E’ cominciato da una settimana il nuovo corso di Elisa Isoardi: nuovo taglio di capelli, molto corto, mascolino, nuova scenografia, nuova grafica, nuovi colori sullo sfondo. Un’immagine totalmente rinnovata dove balza subito all’occhio la mancanza di pubblico e una impostazione da programma news, asettico, asciutto.
IL PRIMO DUBBIO – E già qui sorge il primo grande interrogativo: perché un’impostazione da programma news se la conduttrice non è una giornalista? Qual è l’obiettivo? Perché il risultato è quello di sembrare una parodia, un vorrei ma non posso, un cerchiamo di ricoprire di glassa colorata una torta venuta male con la sigla che sfoggia un countdown in inglese degno della partenza dello shuttle. Poi si entra in uno studio che immediatamente dà un’immagine di sé desertica e in sottofondo una musica che stride, quasi rustica, allegra, presa da chissà quale triste catalogo. La conduttrice si sforza di sorridere ma si vede che è tesa: spesso la si coglie in flagrante a leggere dai foglietti stampati su cartoncino le domande. Un’enorme scrivania in cristallo con un rotolo, una spirale, un accrocco come base è il campo di battaglia dove si consuma gran parte del programma in una modalità “faccia a faccia” o, meglio, “face to face” visto che piace tanto la lingua di Albione. Ma il faccia a faccia va bene se intervisto Renzi che ammette di aver fatto un casino megagalattico sulla “buona scuola”, non per parlare di pomodori con un esperto. E come definire il biondo figuro che offre consulenze legali in tempo reale? Relegato in un angolo dello studio con una scenografia improbabile alle spalle o, per essere più precisi, che mal si sposa con il minimalismo alla “Mi manda Rai3” del resto dello studio, con quei colori che ricordano al massimo “Forum”, il biondo avvocato dicevamo sembra essere anch’egli un elemento di scenografia e non a caso viene usato come “quinta” per inquadrature di servizio.
LA SCALETTA – La scaletta è piuttosto ansiogena, si salta da un argomento all’altro con un occhio attento al populismo come nella prima puntata con la storia del vigile che ha rubato 3000 euro in monetine dal parcometro del paese dove prestava servizio ed è chiaro immediatamente che non vedremo mai un’inchiesta vera ma ci si limiterà appunto agli spiccioli. Perché Rai1 non è Rai3 e gli interessi in gioco sulla rete ammiraglia sono troppo alti per poter mai essere messi realmente in discussione, perché la conduttrice non ha lo spessore, la credibilità e la storia di una Gabanelli o di un’Elsa di Gati. La Rai1 del mattino non attaccherà mai di petto le banche o le aziende di servizi, difficilmente farà il nome di una grande compagnia protagonista di uno scandalo che occupa la prima pagina.
LE LACUNE – Nell’insieme non si può definire nemmeno un programma brutto oppure sciatto e non curato ma di sicuro è privo di elementi di originalità ed è un programma, per dirla alla Simona ventura di X-Factoriana memoria, “che non arriva” e questo, duole dirlo, è responsabilità unica di chi insiste e persevera con una conduttrice che sono anni che non incontra i favori del pubblico. In termini di gradimento il suo appeal è precipitato negli ultimi due anni.
I dati Auditel hanno, in questa prima settimana, emesso una sentenza netta: il programma buca a stento il muro dell’11% e non sta ancora scontrandosi con i suoi diretti competitor I fatti vostri di Guardì su Rai2 e Tutta salute su Rai3.
La curva degli ascolti recita sempre la stessa triste poesia, dominio di Rai 1 fino alle 10.45/50 e poi una veloce discesa in favore di Canale 5: il pubblico sa che sta per cominciare Forum e migra da un canale all’altro non avendo una valida alternativa.
Il programma si chiama Tempo e Denaro ed entrambi sono nostri ma se il secondo è da questo luglio una variabile sulla quale non possiamo più avere controllo sul Tempo invece il verdetto è palese: il pubblico preferisce passarlo altrove.
Bob