Da “Il suo curriculum era ottimo” a “Schettino” il cambiamento di rotta è davvero impressionante. Il Dg Campo Dall’Orto ha le ore contate se le parole del democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai dovessero avere un seguito. Ad Anzaldi Campo Dall’Orto non piace già da un bel po’ e le occasioni per farglielo sapere non mancano mai. Eh sì, anche perché il DG usa toni altisonanti per vantare risultati che nella realtà proprio non si vedono ad occhio nudo. E se Anzaldi parla così duramente è solo perché qualcuno gli da il via libera.
COLPI DI TESTA – Il Pd di Renzi raramente permette colpi di testa ripetuti: una dichiarazione ad alta voce passi pure ma qui si tratta di un fuoco di fila impressionante e con toni davvero alti. «Io di Campo Dall’Orto ne ero e ne sono un fan, però se a mio avviso lavori male, te lo dico: abbiamo assunto a stipendi faraonici, nel silenzio totale, troppi esterni senza le esperienze e i titoli necessari, calpestando le grandi specializzazioni interne, calpestando quelli che ci sono», (intervista a Radio 24). E meno male che era un fan, pensa se gli stava antipatico! La questione deve essergli sfuggita di mano, pensavano ci fosse maggiore sintonia o che ci fosse un maggior controllo ma da queste dichiarazioni sembra proprio che Campo Dall’Orto faccia come gli pare e faccia male: «Io ci provo quotidianamente (…a parlargli), in via ufficiale, con interrogazioni e dichiarazioni pubbliche. Ma questi sono di un’arroganza mai vista, non ascoltano nessuno. Arroganti e malconsigliati. Gli abbiamo chiesto di limitare le assunzioni esterne, di fare il job posting, di abbassarsi i loro stipendi faraonici. E loro? Se ne fregano. Si fanno fare i pareri legali che dicono che hanno ragione e vanno avanti. Ora stanno chiedendo un parere a Flick (l’ex ministro della Giustizia, ndr) sui rilievi dell’Anac. Ma perché gli devi chiedere a Flick quando all’unanimità il Parlamento già ti ha detto cosa devi fare».
LE PAROLE – Le parole dure come pietre vengono consegnate ad un’intervista rilasciata a Il Giornale e segnano una frattura almeno all’apparenza insanabile. La rivoluzione non c’è stata, anzi, le vecchie, pessime abitudini si sono riaffacciate come in passato se non peggio. Nell’anno in cui più che mai bisognava che tutto funzionasse come un orologio svizzero, l’anno del canone in bolletta, Campo Dall’Orto scivola su più di una buccia di banana. I contratti pubblicitari vengono disdetti dal Day time di Rai1 e su Rai3 c’è “l’affaire Semprini” assunto a 150 mila euro l’anno a tempo indeterminato per portare a casa ascolti da cartello “ci scusiamo per l’interruzione”. Anzaldi è un fiume in piena: «Non hanno sbagliato solo con Semprini, hanno chiuso tutti i programmi di informazione, hanno ridotto le edizioni dei tg. La Rai dopo 50 anni ha perso il primato dell’informazione politica, facendo un regalo alla concorrenza».
In Rai i rumor dicono che si prova a ricucire, che c’è una fronda che tenta di riportare la pace: in vista del referendum bisogna più che mai che ci sia una Rai allineata e allora c’è bisogno di vittime sacrificali per mostrare all’esterno che qualche provvedimento viene preso. Si parla di due direttori a rischiare grosso: il primo, per uno scherzo beffardo del destino, ad andare in nomination è proprio la Bignardi e ce la manda senza giri di parole sempre Anzaldi che, alla domanda se assumerla sia stato un errore risponde così: «Non nostro, non l’abbiamo nominata noi, ma è tutta una catena di errori. Il dg sbagliato sceglie i direttori sbagliati che scelgono i format sbagliati». Si parla quindi di direttori e allora chi può essere l’altro o altra? I bookmaker di Viale Mazzini puntano sul nostro caro amico “Fabiano il gambero” che con le sue non scelte sta perdendo terreno nel Day time, ha ormai perso il pomeriggio e sta vivendo giorni pessimi sul versante Affari tuoi che non sembra essere più nelle grazie dei telespettatori. E tra poco ricomincia Striscia la notizia con una super coppia alla conduzione: Hunziker-Belen. Meno male che con gli eventi si riesce ancora a tirare qualche respiro di sollievo visto che Viva Mogol arriva quasi a 5 milioni e stacca di 1 milione e 200 mila Tu si que vales. Ma non si campa di soli eventi e una programmazione forte non sembra esserci all’orizzonte: vedremo se Anzaldi abbaia solo o se comincerà pure a mozzicare qualcuno.
Tv Bob