Claudia Vismara racconta la sua Caterina della serie “Rocco Schiavone”

Venerdì su Rai Due la seconda puntata. La prima ha ottenuto dei buoni ascolti

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Va in onda venerdì sera la seconda puntata della mini-serie Rocco Schiavone con Marco Giallini e per la regia di Michele Soavi. La fiction di Rai Due (ore 21.20) ha ottenuto uno straordinario risultato nel primo appuntamento: l’episodio intitolato “Pista nera” è stato visto da 3 milioni e 625 mila spettatori pari al 14.41 di share.

Ora il vicequestore dovrà risolvere un nuovo caso, tratto dal romanzo “La costola di Adamo” di Manzini. Gli sforzi della polizia dovranno concentrarsi sull’omicidio di una donna, trovata impiccata a un lampadario della sua casa. Non si tratta di un suicidio, ma di una messa in scena con tutte le regole.

A condurre le indagini al fianco del vicequestore Schiavone c’è Caterina Rispoli, interpretata dalla bella e brava attrice Claudia Vismara. Il suo personaggio è una 30enne piena di risorse di cui Rocco si fida veramente. Grande intuito femminile, amore e dedizione per il suo lavoro, un fascino che finirà per colpire al “cuore” sia il vicequestore che il giovane Italo Pierron (Ernesto D’Argenio).

«Caterina è una poliziotta – spiega Claudia Vismara – ed è anche l’unica donna della squadra. Si tratta di una giovane donna indipendente, tosta, determinata, che ama il suo lavoro e si butta anima e corpo in quello che fa. Ovvio che ha anche lei i suoi lati di fragilità e sensibilità, che vengono fuori anche durante le indagini. Caterina è empatica, e questo lato si vede anche quando ha a che fare con le persone coinvolte nel caso. Rocco Schiavone, infatti, le dice spesso di lasciar perdere questo lavoro, di mollare tutto e cambiare vista la sua giovane età».

Ma com’è lavorare con un tipo come Rocco? «È difficile, è un uomo con un carattere importante, burbero per molti aspetti e umano per altri. Ha una grande sensibilità, ma è anche lunatico. Siamo una bella squadra, ma sentivo un po’ la mancanza di complicità femminile a girare tutte quelle scene con un gruppo di uomini. Sarà che anche per questo con le donne della serie ci siamo molto unite anche al di fuori del set. Ci siamo trovate bene ad Aosta, una città meravigliosa, con scenari fantastici, abbiamo fatto delle grandi mangiate, e patito un po’ il freddo».

A che tipo di pubblico si rivolge la serie? «È pensata per un pubblico adulto, piacerà indistintamente sia agli uomini che alle donne. C’è l’aspetto adrenalinico del giallo, ma anche linee di amore, insomma un po’ di rosa. Io credo che non ci potesse essere un Rocco Schiavone più calzante di Giallini, è perfetto, anche se poi ognuno si immagina il protagonista dei romanzi a modo suo. La nostra fortuna è che Manzini ha scritto anche le sceneggiature e io credo che la serie rispecchi abbastanza i libri, anche se non in tutto e per tutto, quelli sono libri, la nostra è una serie tv».