La mafia uccide solo d’estate, la serie: cast completo e anticipazioni

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Pif Pierfrancesco Diliberto
Pif Pierfrancesco Diliberto

Ispirato al film di Pierfrancesco Diliberto (Pif), La mafia uccide solo d’estate (in onda da lunedì 21 novembre su Rai Uno), porta in tv un modo nuovo di raccontare la mafia. Una serie che, così come il film, dissacra i boss e restituisce l’umanità dei grandi eroi dell’antimafia. Un sorriso ironico e mai banale sugli anni terribili degli omicidi eccellenti. La mafia uccide solo d’estate il film, opera prima di Pierfrancesco Diliberto, è stato un grandissimo successo di pubblico e critica, ha superato al botteghino italiano i 5 milioni d’incasso e ha vinto molti premi: il Premio per la Miglior Commedia Europea agli EFA 2014, gli Oscar europei; Il Premio del Pubblico al Torino Film Festival 2013; il Nastro d’Argento 2014 per il Miglior Regista Esordiente e il Miglior Soggetto, il David di Donatello 2014 per il Miglior Regista Esordiente e il David Giovani.
Serie e film sono legati da un doppio filo, un legame rinsaldato da Pif, ispiratore e voce narrante della serie. Sarà lui dunque a raccontare la storia di una famiglia palermitana alla fine degli anni ‘70.
I Giammarresi sono una famiglia normale, padre, madre, un figlio di dieci anni e una figlia di sedici, alle prese con problemi di lavoro, sentimentali, economici. Problemi solo apparentemente ordinari, se di mezzo c’è Cosa Nostra.  La prima stagione è ambientata nel 1979, anno che sancisce l’inizio della stagione dei delitti eccellenti, Cosa Nostra alza il tiro e colpisce uomini delle istituzioni come Boris Giuliano e giornalisti coraggiosi come Mario Francese.  Con lo stesso tono scanzonato e sentimentale del film, la serie diventa così il racconto appassionante di una stagione intensa e sanguinosa, dell’eterno conflitto tra bene e male, della parabola di piccoli e grandi eroi. Un racconto che, mescolando tragedia e commedia, scava nel nostro passato più inquietante per parlarci del nostro presente.
EPISODIO 1
Salvatore è un bambino di 10 anni. Un giorno arriva a scuola una nuova compagna di classe, Alice, di cui si innamora perdutamente. A Palermo però tutti dicono che a causa delle donne si muore, Salvatore quindi si convince presto che se si fidanzerà con Alice morirà e lascia che Fofò, il suo miglior amico, si fidanzi con lei. Nel frattempo il padre di Salvatore, Lorenzo, è testimone di un omicidio di mafia e non sa cosa fare.
EPISODIO 2
Lorenzo, dopo mille tentennamenti, decide che è arrivato il momento di cambiare casa e va alla ricerca di una nuova abitazione. Ma a Palermo non è così semplice cambiare casa e si scontra presto con l’edilizia mafiosa. Nel frattempo Fofò si è fidanzato con Alice e non è morto. Salvatore decide quindi di provare a conquistare Alice che ama dal primo momento in cui l’ha vista.

CAST ARTISTICO

Claudio Gioè                                                                   Lorenzo

Anna Foglietta                                                               Pia

Francesco Scianna                                                             Massimo

Valentina D’Agostino                                                            Patrizia

Angela Curri                                                                        Angela

Alessandro Piavani                                                       Marco

Nicola Rignanese                                                                        Boris Giuliano

Gaetano Bruno                                                              Ayala

Carmelo Galati                                                               Cusumano

Dario Aita                                                                      Rosario

Maurizio Bologna                                                         Vito Ciancimino

I bambini:

Eduardo Buscetta                                                                        Salvatore

Andrea Castellana                                                            Alice

Enrico Gippetto                                                                        Fofò

Francesca Giordano                                                    Santina

Pierangelo Gullo                                                            Sebastiano

E con:

Nino Frassica                                                                        Fra Giacinto

Voce narrante                                                                       Pif


NOTE DI REGIA

Ho sempre saputo che per dare battaglia bisogna lavorare a più non posso…
…e non mi erano necessarie particolari illuminazioni per capire che la mafia era un’organizzazione criminale.
Giovanni Falcone
(da “COSE DI COSA NOSTRA” di Marcelle Padovani)
Avevo visto La mafia uccide solo d’estate di Pif e mi era piaciuto. Quando ho saputo che stavano sviluppando una seria tv tratta dal film, ho pensato subito che mi sarebbe piaciuto dirigerla. È stato allora che ho iniziato a interessarmi al tema della serie. E, tra i tanti libri disponibili, tra quelli che potevano fornirmi un quadro ampio della Sicilia e dei siciliani, ho scelto La Sicilia come metafora, un libro intervista di Marcelle Padovani a Leonardo Sciascia.
Nel mio lavoro i segni contano e ho interpretato proprio come un segno, la notizia, appresa proprio in quei giorni, che l’autrice viveva a Roma, a pochi passi da casa mia. È stato allora che ho pensato che la Sicilia si stava avvicinando. È stato in quegli stessi giorni che mi hanno offerto di dirigere la serie.
Non vedevo l’ora di affrontare il racconto di quella realtà cosi lontana. Non mi spaventava certo la trasposizione in commedia ma ero solo preoccupato di non coglierne l’essenza. Sono mezzo piemontese e mezzo emiliano e avevo bisogno di calarmi nella realtà di Palermo e della mafia, di afferrarne lo spirito, magari addirittura il senso. Non sapevo ancora che Palermo è una città inafferrabile, che non è fatta solo di mafia, ma sapevo che la differenza stava lì, nella capacità o no di capire quel mondo.
Ho pensato di leggere tutti i libri di mafia che avrei trovato, ma presto ho capito che sarebbe stato impossibile. Neanche se avessi avuto un anno avrei potuto affrontare tutta la bibliografia sulla mafia siciliana. Poi ho fatto un viaggio a Palermo, d’estate, per vedere la gente, sentirla parlare, ragionare, raccontare, anche solo per vederla muovere nel suo spazio naturale. Ho incontrato Pif nel quartiere Libertà, dove è nato e cresciuto.
Abbiamo camminato per poche vie. Tra un angolo e l’altro ho conosciuto i luoghi dove sono stati assassinati tra il ‘79 e il ‘91 il capo della squadra mobile di Palermo Boris Giuliano, il presidente della regione siciliana Piersanti Mattarella, il giudice Rocco Chinnici, l’imprenditore Libero Grassi. Pif era felice che dal film sarebbe nata una serie. Ci sarebbe stata così la possibilità di far conoscere a un pubblico più ampio quelle tragiche realtà di cui io avevo avuto un assaggio in quel breve tragitto.
A quel punto ero pronto per affrontare il mio lavoro. Ho cercato di creare un mondo che prendesse spunto dal film ma che poi riuscisse ad avere una propria autonomia perché il racconto seriale ha altre regole, altri tempi.
Ecco, queste sono state le mie intenzioni di regia. Portarsi dentro delle cose lungo il viaggio, modificarle magari, approfondirle se possibile, ma tenerle dentro, non tradirle mai. Tutto il resto, come diceva Falcone, è lavoro a più non posso. Certo il mio lavoro è diverso e la mia battaglia assomiglia più a un enorme gioco. Ma sempre di lavoro a più non posso si è trattato.
Il regista Luca Ribuoli