Le Iene, inquinamento radioattivo in Calabria? Nuova inchiesta di Giulio Golia

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Domani, domenica 27 novembre in prima serata su Italia 1, nuovo appuntamento con Le Iene Show. Conducono Nadia Toffa, Andrea Agresti, Paolo Calabresi, Giulio Golia e Matteo Viviani. Tra i servizi della puntata:

Inquinamento radioattivo in Calabria? Dopo essersi occupato del sospetto di rifiuti tossici e radioattivi riversati nel sottosuolo calabrese e del mistero della nave Rigel – una nave che sarebbe stata affondata dolosamente per nascondere rifiuti radioattivi in mare, a largo di Capo Spartivento -, nell’ultimo servizio Giulio Golia si era recato sulla costa ionica-catanzarese, in particolare a Copanello e Calalunga di Montauro. Qui, aveva raccolto le testimonianze di alcuni cittadini, che raccontavano del ritrovamento di fusti sospetti sulle spiagge della costa ionica. La recente inchiesta della Iena ha suscitato molto clamore e in pochi giorni sul territorio sono stati effettuati alcuni accertamenti da parte delle squadre dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (N.O.E.), dal reparto Nbcr (Nucleare, batteriologico, chimico, radiologico) dei Vigili del Fuoco e dall’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria). Continua l’inchiesta di Giulio Golia che torna a Calalunga di Montauro.

L’estate scorsa sembrava che sul Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership), il patto transatlantico finalizzato alla liberalizzazione dei commerci, Europa e Stati Uniti non avessero trovato l’intesa e che l’obiettivo di creare il più grande polo commerciale del mondo fosse sfumato. Lo scorso 16 novembre, però, in occasione della sua ultima missione all’estero come Presidente degli Stati Uniti in carica, Barack Obama è tornato a perorare gli accordi sul Ttip con la cancelliera tedesca Angela Merkel.

Il patto – le cui trattative sono state condotte in segreto, fino a che Greenpeace non ha rivelato i dettagli pubblicandone alcuni documenti – continua a dividere internamente il Vecchio e il Nuovo Continente, perché il trattato, tra le altre cose, prevederebbe l’uniformazione di regole globali. La preoccupazione diffusa, infatti, soprattutto nel Parlamento europeo e tra le associazioni a tutela dei consumatori, è che tra i due Paesi esistano differenze profonde nei loro sistemi di regolamentazione in materia di salute pubblica, sicurezza alimentare, informazione dei consumatori e ambiente.

Ad esempio, nel campo dell’agricoltura, se in Europa le leggi sull’utilizzo di pesticidi, ogm e sostanze chimiche specifiche sono più restrittive, negli Usa il loro impiego è meno regolato e più concessivo. In Europa, inoltre, vige il principio di precauzione, che richiede un’evidente assenza di rischio per autorizzare un prodotto; oltreoceano, invece, quest’ultimo viene autorizzato a priori e tolto dal commercio solo se una persona, eventualmente danneggiata, riesce a dimostrare che il malessere è legato proprio a quel prodotto.

A Le Iene Nadia Toffa torna ad occuparsi di sicurezza alimentare. Dopo i casi scoppiati in Spagna, Belgio e Austria, anche in Italia una famiglia torinese avrebbe riconosciuto un proprio caro in una delle foto-shock che appaiono sui pacchetti di sigarette per dissuadere dal vizio del fumo. Veronica Ruggeri intervista la moglie e il figlio di quest’uomo – deceduto nel 2014 -, la cui immagine, a loro dire, sarebbe stata impiegata senza autorizzazione dall’Unione Europea per la campagna antifumo. Per avere risposte in merito, quindi, la Iena decide di rivolgersi a un perito esperto di riconoscimenti facciali e, in seguito, direttamente a un portavoce dell’Unione Europea. Agricoltura ai tempi dei social network. Cristiano Pasca incontra Stefano, uno studente universitario calabrese che ha inventato un innovativo progetto di coltivazione biologica chiamato “Orto di Famiglia”. Il giovane, con il sogno di lavorare nella Silicon Valley, decide però di rimanere nel suo piccolo Comune a pochi km da Catanzaro per difendere la sua terra, dove sarebbe dovuta sorgere la più grande discarica d’Europa. Qui, Stefano implementa la propria idea: fraziona il terreno di famiglia in tanti appezzamenti in cui intende coltivare in maniera del tutto biologica e a chilometro zero; affitta poi i filari a coloro che abitano nelle grandi città e che desiderano mangiare prodotti sani, senza però avere né il tempo né la possibilità di curare il proprio orto. Una volta giunto il momento del raccolto, lo studente avvisa l’affittuario inviandogli via Facebook la foto della frutta e della verdura maturata nel suo campo, in modo che, dopo un breve tutorial iniziale, l’abbonato possa raccogliere autonomamente i prodotti della terra.