In Rai mancano programmi per ragazzi e Conti non aiuta i giovani

Il mondo dei giovanissimi è in mano a Maria De Filippi e a Mediaset in generale. Sulla tv di Stato ultimo sgarro il trattamento dei cantanti durante Sarà Sanremo

0
1835
carlo conti

Oggi parliamo di giovanissimi, di giovani e di musica. Dovere del servizio pubblico sarebbe anche investire sul nuovo pubblico, ma non basta solo fare programmi destinati a loro. Il mondo giovanile (bambini e ragazzi) devono essere protagonisti in tv. Devono vedere la Rai come uno strumento utile alla loro causa, che possa aiutarli e “amplificarli” nelle loro ambizioni e proiettarli nel “mondo dei media”. Dall’anno 2003 tutto questo è stato delegato a Maria De Filippi che debuttò con Saranno Famosi (successivamente Amici), fu una scommessa, poi un successo.

In principio era la “Tv per ragazzi”, Gicagiò, il Tgragazzi (condotto da Alessandro Cecchi Paone, allora sedicenne), Trentaminuti Giovani, Tandem, Piccoli Fans, Solletico per poi arrivare a show più strutturati come il Festival di Sanremo e Castrocaro (dove giovani promesse potevano trovare spazio), Ti lascio Una Canzone, e perché no Miss Italia.

Oggi il nulla, la Rai ha abdicato a reti minori, o a reti generaliste concorrenti. Proprio pochi giorni fa Mediaset ha occupato il posto lasciato da Ti Lascio una Canzone con il Little Big Show, con successo d’ascolto. Di conseguenza una grande fetta di pubblico giovane vede in altri canali (oltre a ciò che può fare con il proprio tablet) il riferimento nel mondo della televisione. Vuol dire che tra qualche anno non saranno affezionati alla Rai. Vedranno altro.

Ultimo sgarro il trattamento riservato ai giovani concorrenti di Sanremo, prima “assolti” alla mega selezione in ottobre e subito “rinviati a giudizio” a Sarà Sanremo (Sanremo Giovani). Abbiamo assistito a un talent (che ha ucciso la solennità del rituale sacro del Festival nella selezione dei giovani) fatto male, dove una “giuria tecnica televisiva” ha dovuto riselezionare i giovani scelti tra più di 600 candidati da un’altra commissione due mesi fa, con l’aggravante di avere scartato i migliori. Diamo più spazio ai giovani.

Sei su 600 è veramente poco, anche perché provenendo molti giovani dal mondo dei talent si rischia di non offrire nessuno spazio a chi è rimasto fuori anche da quelle competizioni, e non perché non è bravo. Ultima critica: un Big è tale anche perché è leader nell’aspetto commerciale del campo musicale, non solo perché fa parte di una lobby radiofonica. “Baudo docet”, aveva creato tre categorie: Big, Giovani, e Nuove Proposte, dando spazio a 40 novità, e offrendo un “appello” a chi non era riuscito ad affermarsi tra le nuove proposte ma aveva ancora qualcosa da proporre. Caro Conti hai buttato “il bambino con l’acqua sporca”!

Carlo Brigante