Le Iene, ultimo appuntamento stagionale. Intervista a Javier Zanetti

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Le Iene Show Zanetti

Ultimo appuntamento stagionale con Le Iene Show martedì 20 dicembre in prima serata su Italia 1. Conducono Ilary Blasi, Frank Matano e Giampaolo Morelli. Tra i servizi della puntata: Gaetano Pecoraro incontra il vice presidente dell’Inter Javier Zanetti a Remedios de Escalada, un quartiere situato nelle periferie di Buenos Aires, dove l’ex calciatore nerazzurro e la moglie sono cresciuti. Le aree limitrofe della capitale argentina vengono chiamate las villas, delle vere e proprie favelas in cui la gente vive in condizioni precarie e la criminalità è all’ordine del giorno. Si tratta di quartieri abbandonati a loro stessi, dove non ci sono scuole o strutture che possano aiutare le famiglie in difficoltà. Molti bambini non possono crescere con i genitori, perché sono in carcere o sono morti, quindi, per andare avanti decidono di spacciare o rubare. Così nel 2001 Zanetti, insieme a sua moglie Paula, ha creato la Fondazione Pupi, un luogo che è diventato un vero e proprio centro di accoglienza per i più bisognosi, che provvede alla loro istruzione, fornisce loro del cibo e garantisce un’alternativa valida alla vita di strada.
Qui i bambini possono frequentare la scuola, i ragazzi più grandi, invece, possono andare al cinema o in biblioteca e utilizzare la sala computer. Educatori professionisti, inoltre, organizzano diverse attività suddivise in base all’età, dai giochi per i più piccoli agli sport come il nuoto e il calcio per i più grandi. Anche ai genitori che non hanno finito le elementari o le medie viene data la possibilità di ottenere un titolo di studio.
“Qui ho aperto la mia fondazione perché, conoscendo bene la realtà di questo quartiere, ho visto tante situazioni drammatiche, difficili” – racconta ai microfoni della Iena il campione argentino. “Volevamo regalare a questi bambini un futuro migliore. Ho perso tanti amici, purtroppo, per la delinquenza, per la droga.” “Con gli assistenti sociali entriamo nelle favelas e vediamo i casi ad alto rischio” – continua Zanetti. “Il lunedì, quando i bambini vengono da noi, ci raccontano tutto quello che è successo nel weekend, raccontano di sparatorie o magari che hanno derubato qualcuno…Siamo una specie di frontiera. Ci conoscono, sanno quello che facciamo e qual è il nostro compito qui.”  “La cosa più bella è che questi bambini negli ultimi cinque anni hanno avuto delle pagelle impressionanti” – spiega Zanetti a Le Iene –. “Questo per noi è un orgoglio perché puntiamo tantissimo sull’educazione e speriamo che l’Argentina in futuro possa cambiare. Loro sono il futuro”.
La sera dello scorso 12 novembre Antonio Rafael Ramirez, un 37enne di Santo Domingo, è stato assalito uscendo da un barbiere in via Padova e poi ferito a morte con delle coltellate e un colpo di pistola in piazzale Loreto, a Milano. Qualche giorno dopo, un uomo di 26 anni, anche lui di origine dominicana, è stato arrestato a Siena perché ritenuto uno dei presunti colpevoli dell’omicidio.
In seguito a questo episodio, balzato subito agli onori della cronaca, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha richiesto al Governo più militari per presidiare le periferie. La richiesta è stata accolta e da fine novembre tre zone periferiche di Milano, compresa Via Padova, sono controllate da pattuglie miste di Polizia e Carabinieri con l’Esercito, forte di 150 uomini in più. Ma questa zona di Milano è davvero così pericolosa come sembra essere emerso dalle recenti notizie di cronaca? Reportage di Nadia Toffa, che documenta ciò che può accadere in una notte qualsiasi in via Padova.
Lo scorso aprile l’ex pornostar Ilona Staller, in arte Cicciolina, ha fatto domanda di grazia al Presidente uscente degli Stati Uniti, Barack Obama, perché cancellasse il bando che le impedisce di recarsi sul suolo americano. In una lettera, pubblicata su un noto settimanale italiano, Cicciolina ha raccontato, infatti, che nel 1981, durante un suo spettacolo tenutosi all’interno della manifestazione di ciclismo “La sei giorni di Milano”, fu bruciata una bandiera scenografica simile a quella americana. Secondo quanto scritto dalla Staller nella lettera, la provocazione sarebbe stata concepita come una protesta contro le Brigate Rosse, ma fu scambiata per una proclamazione d’odio nei confronti degli Stati Uniti d’America e lei fu arrestata con l’accusa di offesa alla bandiera di uno Stato estero. Processata per direttissima e poi assolta, l’ex diva del porno ha fatto appello al Presidente americano perché da allora non le è più stato permesso entrare negli Stati Uniti, pena l’arresto. Ma cosa succederebbe se un giorno Cicciolina credesse di essere stata contatta da Barack Obama disposto a concederle la grazia? Ilona Staller “vittima” del Le Iene.