Oscar, Pietro Bartolo al Tg2000: a Los Angeles insieme a Rosi per scuotere le coscienze

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Fuocoammare Pietro Bartolo

“E’ un’emozione grande per me, per i Lampedusani, per i miei collaboratori, e per tutti quelli che hanno dato tanto sul fronte dell’immigrazione”. Con queste parole Pietro Bartolo, il medico protagonista di “Fuocoammare”, il film di Gianfranco Rosi sugli sbarchi di immigrati a Lampedusa, commenta al Tg2000 la nomination agli Oscar come miglior documentario.
“Il film – sottolinea – mi ha dato l’opportunità di diffondere il messaggio che da sempre cerco di trasmettere attraverso dichiarazioni e interviste, e che adesso, grazie a una persona straordinaria come il regista Gianfranco Rosi, ci consente di arrivare in tutto il mondo, prima in Europa e ora anche in America, paese in cui le cose non si mettono bene. Spero che questo film possa far fare un passo indietro a chi ha dei pregiudizi, a chi vede gli immigrati come alieni, come “diversi”, non sapendo che in realtà sono persone che scappano da guerre, torture e sofferenze e che vengono a cercare un po’ di serenità nel nostro paese, purtroppo alcune volte la trovano, spesso no”.
Sono orgoglioso di essere italiano – aggiunge –  perché l’Italia, in prima linea con Lampedusa, ha sempre aperto le porte, non ha mai fatto trovare un muro. Spero che questo film possa scuotere le coscienze di chi può davvero fare qualcosa e mettere fine a tutte le morti a cui ancora oggi dobbiamo assistere”.
La reazione di Bartolo alla notizia comunicata oggi dagli Academy Awards di Los Angeles non è stata solo di “sorpresa bellissima”: “Sentivo che doveva succedere qualcosa perché il film è straordinario. L’Orso d’Oro di Berlino era già stato il mio Oscar, l’avevo vinto perché il messaggio era già passato. Adesso arriva l’Oscar e sono doppiamente contento. Accompagnerò alla cerimonia Gianfranco Rosi, un genio e una grande persona dal punto di vista umano e professione, e sarà una ulteriore possibilità per parlare del fenomeno immigrazione”.