Allarme sicurezza a Roma, Patrizia De Blanck: “Se entrano i rumeni gli sparo nelle palle”

“Ho una pistola, l'ho presa dopo che mi sono entrati i ladri per due volte”

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Patrizia De Blanck è intervenuta questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università Niccolò Cusano, nel corso del format Ecg, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. La contessa ha parlato del problema sicurezza a Roma, ammettendo di possedere un’arma che non esiterebbe ad usare qualora dovesse subire nuovamente una rapina.

“Roma non la vedo bene – ha commentato –, bisogna vedere andando avanti cosa accadrà, speriamo che le cose non peggiorino, speriamo che avvenga il miracolo. Ho preso una pistola per difendermi. Dopo due volte che sono venuti i ladri, io sto all’attico, ho deciso di difendermi. Una mattina verso le 5 sentito aprire la porta della camera da letto ed era un ladro che si era arrampicato, l’ho rincorso nel corridoio ed è scappato. Un’altra sera mi sono ritrovata sul terrazzo uno con un coltellaccio che cercava di aprire la vetrata. Allora sai che ho fatto? Sono andata al poligono, ho preso il porto d’armi, mi sono allenata a sparare e ho preso la pistola, una 38 special. Sparo meravigliosamente, sono meglio di Calamity Jane, non avete idea di come sparo! Non voglio usarla, spero di non usarla, ma se mi arrivano tre rumeni, o quello che cavolo sono, io gli sparo nelle palle! Sicuramente gli sparo nelle gambe così almeno non si arrampicano più. Sai cosa dico sempre? Meglio un bel processo che un bel funerale! Mi sono allenata nelle cabine dove si allenano gli agenti segreti”.

Inoltre, a 14 anni dalla morte di Alberto Sordi, la contessa De Blanck ha voluto ricordare anche la loro storia. “Abbiamo avuto una relazione – ha raccontato –, l’ho rivelato qualche tempo fa. Ho di lui un ricordo molto bello, era un uomo molto divertente. Lo conobbi a casa di Dino De Laurentis, poi l’ho incontrato di nuovo a Londra, non avevo mai pensato di avere una cosa con lui, siamo stati una sera a chiacchierare in alberto, poi ha deciso di accompagnarmi in camera e lui mi è saltato addosso. Da lì abbiamo iniziato a frequentarci, era una cosa allegra. La nostra relazione è durata svariati mesi. Lui non era una tigre del materasso, il suo vero amore era il lavoro, il sesso non era la sua cosa principale”.