Sonia Bergamasco, una delle attrici più versatili che si dedica alla regia così come alla recitazione, ma è anche musicista e poetessa, è l’apprezzata e invidiata Livia ne Il Commissario Montalbano. Ma l’abbiamo vista anche in ruoli e film diversi come Quo Vado, Senza arte nè parte, oppure in fiction di successo come Tutti pazzi per amore e Una grande famiglia.
Com’è il suo rapporto in queste nuove puntate con Salvo Montalbano?
«Il nostro rapporto è già cambiato nelle puntate precedenti. Sono passati gli anni e si sentono, e ci siamo ritrovati in un rapporto diverso. I due personaggi si ritrovano in una forma di amore concreta, Livia e Salvo sanno di esserci sempre l’uno per l’altro. Si può litigare, discutere, chiudersi la porta in faccia e malgrado una viva al nord e l’altro fatichi a prendere l’aereo, anche solo per vedere un tramonto in Liguria, si supportano a vicenda».
Com’è Salvo?
«Livia lo sa che è invidiata da mezza Italia, ma lo capisco, Salvo Montalbano è carismatico, gentile, di una gentilezza che non ha nulla a che vedere con qualcosa di formale, è una gentilezza d’animo che oggi è un valore essenziale». E l’attrice definisce anche Luca Zingaretti «un compagno di lavoro eccezionale, è molto bello lavorare insieme a lui».
Il primo episodio de “Il Commissario Montalbano”, Un covo di viepre, ha ottenuto un successo straordinario sulla scia degli anni precedenti con 10 milioni 674 mila spettatori e uno share di 40.80.
Qual è il segreto del successo di questa serie?
«Non lo so, forse attori storici straordinari, e poi Camilleri è Camilleri, Sironi ha fatto un gran lavoro di regia. Questa è una favola fuori dal tempo, un’Italia che non c’è ma che è un ricordo di Camilleri, ma dove troviamo anche un certo aggiornamento con i nostri tempi».
In cosa le assomiglia Livia?
«Io non potrei mai stare lontano da un amore, in questo non sono come Livia, ma nella fierezza sì, questa caratteristica è in comune».
E la gelosia di Livia?
«È una gelosia ironica, c’è molta ironia, una sana ironia nel rapporto, che non è perdita di amore, ma un rinnovare l’amore stesso e il rapporto, più tenero e profondo, saldo. Entrano in gioco altre cose oltre alla passione».
Progetti in cantiere?
«Sono a Milano in questi giorni per provare lo spettacolo Louise e Renée di cui curo la regia, non sarò io in scena ma ci saranno Isabella Ragonese e Federica Fracassi. Un testo drammaturgico di Stefano Massini, liberamente tratto da Memorie di due giovani spose di Balzac. È un Balzac al femminile, è una storia di donne che debutta il 21 marzo, primo giorno di primavera».