Da qualche anno in tutte le grandi città italiane aprono sempre più ristoranti che offrono la cosiddetta formula “all you can eat”, dove, sia a pranzo che a cena, è possibile mangiare senza limiti spendendo un esiguo prezzo fisso. La maggior parte di questi esercizi serve cibo giapponese, tra cui il sushi.
È possibile consumare pesce crudo fresco e spendere solo poche decine di euro? A Le Iene nuova inchiesta di Nadia Toffa sulla sicurezza alimentare: con l’aiuto di un esperto “sushi man”, si reca in alcuni di questi ristoranti a Milano per valutare, tramite un primo impatto visivo, olfattivo, gustativo e tattile, la qualità del cibo offerto. Successivamente, l’inviata decide di far analizzare alcuni campioni di pesce prelevati all’interno di otto “all you can eat” milanesi per testare il loro stato igienico-sanitario. Tre di questi riportano risultati discretamente soddisfacenti, mentre negli altri cinque casi viene riscontrata un’elevata presenza di batteri all’interno del pesce, da escherichia coli a stafilococco.
Secondo questo esame, se nel sushi di prestigiosi e rinomati ristoranti giapponesi il valore di riferimento dei batteri si colloca a 100, nei campioni dei cinque “all you can eat” risultati negativi, i parametri arrivano fino a 860.000. In due casi è stata anche rilevata la presenza di istamina, una sostanza che può provocare addirittura il soffocamento in individui particolarmente allergici. Infine, la Iena incontra il famoso chef di origine nipponiche e brasiliane Ricardo Takamitsu che fornisce un vademecum per riconoscere il sushi fresco.