Dopo la gaffe della Perego la Santilli se ne va. Ma il direttore Fabiano resta?

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Parliamone sabato… ma no, meglio mercoledì, ed è cosi che oggi, verosimilmente, a Raffaella Santilli verrà tolta la struttura che comprende “La vita in diretta” e l’ormai celeberrimo “Parliamone…Sabato” . E venne Fabiano che si scusò subito, che prese le distanze, che mise le mani avanti “per quel fatto che sabato andò”. Fabiano, già, Fabiano che prende le distanze dall’errore: “Gli errori vanno riconosciuti sempre , senza se e senza ma. Chiedo scusa a tutti per quanto visto e sentito a #ParliamoneSabato”.

Senza se e senza ma? Ma magari “se” avesse avuto la stessa verve nel prendere le distanze da un Bruno Vespa che intervista il figlio di Totò Riina non staremmo qui a scriverne… “Ma” il direttore non lo fece, anzi, balbettò in commissione di vigilanza una pseudo difesa che cominciò a coprire di ridicolo la sua neonata direzione. Perché cade la Santilli e non anche Fabiano?

Nella lentissima, farraginosa macchina burocratica che regge in piedi l’apparato che dà lavoro a migliaia di dipendenti Rai, pure l’acquisto di una risma di carta necessita della firma di domineddio. È mai possibile che una scaletta con quell’argomento non ha acceso la spia da allarme rosso al giovane direttore?

Mmmm! E poi, questo clima da caccia alle streghe, questo appecoronarsi all’indignazione d’accatto del web, per quanto di nobili origini, visto che si sono schierati per il “licenziamoli tutti” anche giornalisti e scrittori, non è un bel segnale. Lo sbaglio c’è stato? Opinabile. Chi sbaglia paghi? D’accordo. Ci sono le sospensioni, le multe, come quella comminata al bestemmione di Tiberio Timperi, che, come esempio di mission del servizio pubblico non si può certo annoverare ai primi posti.

L’azienda non ha nemmeno pensato per un attimo a come uscire dalla situazione, indubbiamente terribile in termini di risonanza mediatica e ha optato per il disconoscimento istantaneo. Questo puzza terribilmente di occasione colta al volo per altri scopi. Un regolamento di conti? La possibilità di ottenere una casella vacante da far occupare a qualcuno  più allineato?

Campo Dall’orto, non a caso, cita il modello “Unomattina”. Fulgido esempio di quanto il mondo, secondo Matteo, possa funzionare alla perfezione: con la presentazione quotidiana di quante cose buona faccia per l’Italia il Pd. Condita da momenti di esilarante intrattenimento come quelli de “Il ruggito del coniglio” che solo due giorni fa promuoveva a tutto spiano il libro di uno dei due conduttori come fosse una telepromozione di Mastrota.

E’ questa la “cultura condivisa, valori che ti animano qualsiasi cosa tu faccia e che ti servono anche da anticorpo” a cui fa riferimento Campo Dall’Orto quando parla col Corriere della sera? E’ il caso di dirselo da soli “Stiamo sereni”… serenissimi.

Bob