Le Iene Show: puntata eccezionale sui foreign fighters in Belgio

Marco Maisano si reca a Bruges dove intervista un ragazzo che ha combattuto nelle fila dell’Isis. Inchiesta sulla strage di Ustica

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Ilary Blasi e Teo Mammucari alla guida de Le Iene Show
Ilary Blasi e Teo Mammucari alla guida de Le Iene Show

L’appuntamento con Le Iene Show condotto da Ilary Blasi e Teo Mammucari andrà in onda eccezionalmente martedì 2 maggio, in prima serata su Italia 1, anziché mercoledì 3.

I SERVIZI DE LE IENE SHOW

I foreign fighters che dai paesi dell’Unione Europea sono partiti verso la Siria e l’Iraq per combattere risultano essere qualche migliaio. Il Belgio è tra le nazioni che, in rapporto alla popolazione, hanno il più alto contingente di combattenti stranieri che si sono uniti al sedicente Stato Islamico. Marco Maisano si reca a Bruges, dove riesce ad incontrare e intervistare un ragazzo, belga di nascita, che, qualche anno fa, si è radicalizzato ed è partito per la Siria per combattere nelle fila dell’Isis.

La Iena, inoltre, raccoglie la testimonianza di un uomo che si occupa di de-radicalizzare coloro che si convertono al Daesh e che gli racconta quale sia attualmente la situazione in Belgio.

LA STRAGE DI USTICA

È uno dei grandi misteri della storia d’Italia: il 27 giugno 1980, l’aereo di linea DC-9 della compagnia aerea Itavia in volo tra Bologna e Palermo cadde al largo dell’isola di Ustica. Morirono tutte le 81 persone presenti a bordo. A distanza di quasi 37 anni, molti aspetti della vicenda rimangono oscuri.

Tra questi, quanto accaduto all’ex capitano dell’Aeronautica Militare Mario Ciancarella. L’uomo, leader del Movimento Democratico dei militari, si era occupato di questo caso e aveva raccolto la testimonianza di chi, quella notte, lavorava al centro radar di Poggio Ballone (Grosseto) che controllava tutto quello che succedeva nel Mar Tirreno. Nel 1983, Ciancarella venne radiato con un Decreto Presidenziale che recava la firma dell’allora Capo dello Stato Sandro Pertini e dell’allora ministro della Difesa Giovanni Spadolini.

L’atto, però, gli fu consegnato, su sua richiesta, solo nove anni più tardi, dopo la morte di Pertini. Dopo alcune analisi, inoltre, una sentenza del Tribunale Civile di Firenze dell’ottobre 2016 ha riconosciuto come apocrifa la firma dell’allora Presidente della Repubblica sul documento. Inchiesta di Gaetano Pecoraro che intervista Mario Ciancarella e ripercorre l’intera vicenda con inediti sviluppi.