Domenica In senza idee e senza ritmo: le Parodi fanno rimpiangere Giletti

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Massimo Giletti

C’è una malattia che in questi giorni sta circolando per i corridoi della Rai. E’ la Parodite. Pare che il paziente zero sia stato l’ex direttore Fabiano, convinto sostenitore che il virus avrebbe infettato milioni di italiani provocando loro una sorta di amnesia selettiva capace di far dimenticare il tribuno del popolo Giletti che, nelle assonnate domeniche pomeriggio portava una carica di energia pari a quella di un noto caffè consumato allo stadio durante una partita d’inverno.

Purtroppo o per fortuna non c’è stata nessuna pandemia, anzi la signora Parodi in Gori è riuscita solo a far svegliare dalla pennica pomeridiana l’ex direttore Del Noce che, dal Portogallo, dove si gode la lauta pensione, ha tuonato a mezzo social la sua vergogna per  essere stato alla guida della rete che permette un simile scempio. In effetti se si vuole trovare un termine per definire l’operazione Domenica In quello è “parodia”.

Sì, ci piace vincere facile. Ma al di là del gioco di parole la verità è che sembrava davvero lo scimmiottare di una formula ormai estinta di intrattenimento. Cominciare con la sigla cantata, l’ospite famoso che bussa alla porta e che viene accolto dal caratterista sono cose che potevano funzionare 40 se non 45 anni fa quando poteva essere un evento vedere un attore in tv, quando la sacralità dell’attore noto veniva messa in gioco dalla tv che si permetteva un linguaggio più disinibito. Ora non è più così.

Christian De Sica non è più solo un attore, è un giudice di “Tale e quale show”, lo vediamo tutte le settimane, per giunta anche nella pubblicità della carne in scatola. Vederlo anche di domenica che valore aggiunto dà? Cosa ci viene a dire che non sappiamo già? La riproposizione di vecchie apparizioni tv ha il sapore di “Techetechetè”, l’osannato amarcord estivo che fa ascolti stellari perché la Tv non è in grado, se non nelle fiction, di realizzare nulla di veramente attraente o di originale.

E poi la cucina di Benedetta: nel pieno del pomeriggio veder cucinare qualcuno si piazza sullo stomaco come una peperonata mangiata sulla spiaggia il 15 agosto. Uno dei sussurri di queste settimane era proprio che la Parodi Jr sarebbe candidata a sostituire la Clerici a la “Prova del cuoco”, nell’ottica di un rinnovamento del programma. Ecco, dopo questa Domenica pensiamo che i sussurri rimarranno tali e che seppure una idea del genere è balenata si opterà per l’usato sicuro e garantito di Antonellina.

Un carrozzone sconclusionato, una imbarazzante mancanza di idee, una totale mancanza di ritmo: questi i giudizi che più frequentemente sono stati dati di questa prima puntata. Il Consigliere Diaconale parla già di restyling ed è deprimente immaginare il restauro di una cosa appena inaugurata, dà il senso del progettato male. La quota “grigi”, Panatta, Lippi, la posta del cuore, l’esibizione in playback di Marcella Bella. Una serie di sfortunati eventi a funestare il dì di festa.

La prima edizione di Domenica In andò in onda nel 1976 su suggerimento del Governo che commissionò alla Rai un programma che convincesse gli italiani a restare in casa e rinunciare alla gita fuori porta con l’automobile: 41 anni dopo questa Domenica In avrà il merito di riportarli ad uscire e andare per prati.

Tv Bob