Sanremo, polemica sul compenso di Claudio Baglioni. La Rai: «Costi in linea con l’edizione 2018»

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In merito a indiscrezioni di stampa la Rai precisa in un comunicato che il compenso del direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo 2019, Claudio Baglioni, è pari a 585.000 euro, identico a quello dello scorso anno senza alcuna variazione.

La Rai fa notare, inoltre, che l’impegno contrattuale di Baglioni per l’edizione 2019 è iniziato a giugno 2018 e quindi ben 5 mesi prima rispetto all’edizione precedente che, si ricorda, ha ottenuto una media di 10.971.493 spettatori con il 52% di share.

La Rai ribadisce che i costi complessivi della 69° edizione sono in linea con quelli precedenti.

Più in generale l’azienda rende noto che gli uffici dell’ad Fabrizio Salini stanno ultimando un piano di razionalizzazione e di contenimento dei cachet per conduttori e talent.

C’era da aspettarselo. La polemica, a Sanremo, arriva sempre. Soprattutto quando si tratta dei cachet elargiti agli artisti impegnati al Festival. L’ultimo caso sollevato è quello che riguarda i compensi previsti per Claudio Baglioni, Claudio Bisio e Virginia Raffaele, che stando a quanto rivelato dal ‘Corriere della sera’ ammonterebbero rispettivamente 700 mila, 450mila e 350mila euro. Non è una novità, del resto, che i super cachet sollevino aspre critiche. Come nel caso del predecessore di Baglioni, Carlo Conti, colpito da una valanga di polemiche, fino agli insulti social, a causa del suo compenso da 650mila euro per la conduzione del Festival nel 2017.

Le cifre, va specificato, sono sempre circolate sulla stampa, perché la Rai, per ragioni di privacy, non ha mai fornito quelle ufficiali. Conti non è stato l’unico a finire sulla gogna. Nel 2011 fece discutere il compenso di Gianni Morandi che avrebbe ricevuto 800mila euro, mentre Fabio Fazio avrebbe incassato 600mila euro a edizione nel 2013 e 2014. Nel 2012 più che il compenso in sé a far discutere fu la decisione di Adriano Celentano di devolvere tutto il cachet in beneficenza pagandoci sopra le tasse.

Prima di lui era toccato a Roberto Benigni dire che avrebbe devoluto il suo compenso – 250 mila euro per 30 minuti – in beneficenza, ma senza pagare le imposte. Qualche anno prima, tra i mega cachet finiti nell’occhio del ciclone si ricordano i 500 mila euro dei quali si vociferò per Ilary Blasi e i 400mila di Victoria Cabello, le donne del Festival 2006 targato Giorgio Panariello, per il quale si parlò della cifra record di 1 milione di euro. Nel 2004 a Simona Ventura spettarono 320 mila euro mentre al direttore artistico Tony Renis 500 mila. Nel 2009, un milione di euro fu invece il compenso, sempre secondo i dati ufficiosi, di Paolo Bonolis.

Cifra che causò un esposto urgente alle Procure della Repubblica di Sanremo e Roma e alla Corte dei Conti da parte di Codacons, nonostante il precedente di Panariello. Nel 2007 si parlò poi di meno di un milione di euro per Michelle Hunziker al fianco di Pippo Baudo (800 mila euro). Quell’anno venne stabilito un tetto ai compensi per le star della Rai (poi abolito) di 272 mila euro, di poco inferiore in fondo al compenso dato nel 2012 a Celentano per una puntata.