Domenica mattina tra mille iper notizie (le truppe del Maresciallo Haftar in marcia su Tripoli e sull’ENI, le linguacce fra Salvini e Di Maio, il “dibbattito” sulla lingua del pischello di Torre Maura) ci ha colpito una notizina: la sera precedente Amici di Maria de Filippi era andato sotto di brutto (-2,7% di share, quanto ad ascolti nella fascia oraria dalle 21.30 alle 24.40) rispetto a Ballando con le stelle, di Milly Carlucci.
E subito ci è parso di contemplare, parafrasando Armstrong all’arrivo sulla Luna, una trascurabile minuzia per l’Umanità, ma un grande evento nel gioco immobile del Duopolio. Amici è alla diciottesima edizione; Ballando con le stelle alla quindicesima. Dal 2017 i due scorrono paralleli su Rai 1 e Canale 5: la prima per gli over ’60; la seconda per chiunque abbia più di 14 e meno dei suddetti 60 anni. Due mondi non comunicanti, come neanche quelli di Quota 100 e del Reddito di cittadinanza. Due parti preassegnate. Due mercati pubblicitari non sovrapposti
Dopo la prima puntata di quest’ultima stagione la gerarchia dei numeri pareva confermata in pieno, e la critica televisiva prontamente lo rilevava col compiacimento dell’astronomo che ritrova gli astri al posto di sempre. Il che era vero fino a un certo punto. Intanto perché da un anno all’altro la platea complessiva della tv si era contratta di ben due milioni di spettatori e, rispetto a questo tsunami all’incontrario, Milly se l’era cavata riuscendo addirittura ad aumentarli, mentre Maria ne aveva persi a bocca di barile. Alla faccia dell’immobilità.
Con la seconda puntata avviene poi che il ritrarsi della marea dell’ascolto colpisca entrambe e che Milly vinca sì come share, ma solo perché perde meno spettatori di Maria. Una gara in retrocessione che, se continuasse spingerebbe gli investitori pubblicitari a chiedere, tanto a Rai quanto a Mediaset, un ribasso delle tariffe degli spot connessi ai due programmi. Questo riguardo alla “quantità”, e sempre comunque alla faccia dell’immobilità.
Senonché è accaduto anche un fatto “qualitativo”, il più imprevisto; Milly ha perso meno di Maria perché è riuscita a rubarle spettatori proprio nelle fasce d’età che ne costituiscono, o ne costituivano, la guardia pretoriana: i giovani, maschi e femmine, dai 15 ai 24 anni. Insomma, mentre i nonni al ballare delle stelle si addormentavano smagrendo la platea, i nipoti, nella loro stanzetta, zappavano dal talent alle danze impacciate dei VIP. E questo sì che cambia qualcosa nel gioco delle parti fra il Cavallo e il Biscione.
Magari è solo un incidente, un gioco di ospitate, un effetto caotico preterintenzionale. Sicché, uno scambio di telefonate, una sottrazione da una parte e una aggiunta dall’altra, vedremo rapidamente tornare gli equilibri di sempre. Ma intanto, col permesso dei duopolisti, noi tifiamo per la provvidenza del caos.
Stefano Balassone
Già nel cda Rai e vicedirettore di Rai3