C’era una volta un Principe Tedesco, che a cavallo del suo Destriero conquistò il Deserto: forse così i tifosi ferraristi racconteranno ai propri nipotini la vittoria di Sebastian Vettel in Bahrein. Un’impresa apparentemente impossibile da realizzare, ma che alla fine è avvenuta, nonostante i pronostici della vigilia che davano una Mercedes dominatrice assoluta con Bottas ed b, e che invece, tra i problemi di gestione gara del finlandese e la penalità di cinque secondi da scontare per il tre volte campione del mondo, alla fine è avvenuta.
Gioie e dolori
Gioia, quella negli occhi di Vettel sul podio, mentre alzava la coppa e cantava l’inno di Mameli coi meccanici della Ferrari. Paura in quelli dei suoi avversari, ormai consapevoli che la Rossa è tornata.
C’è chi accetta la sconfitta lealmente, come la Mercedes, con Niki Lauda che si complimenta personalmente con il team di Maranello. E c’è invece chi grida al complotto, allo scandalo, come Helmut Marko della Red Bull, che accusa la Ferrari di utilizzare appendici aerodinamiche troppo flessibili, e quindi non regolamentari.
Ma, aldilà delle sobillazioni di molti, il Circus è fatto così: i successi vanno e vengono, così come le scuderie dominanti. Fino a ieri erano le Frecce d’Argento a spadroneggiare, ma ora il Cavallino è forte. Non ancora in qualifica, certo, ma in gara riesce sempre ad avere quel guizzo in più col quale recupera lo svantaggio del sabato, dovuto soprattutto al fatto di essere una vettura più gentile con le gomme rispetto alla Mercedes. Il tutto favorito dallo stile di guida tattico di Vettel, maestro del mezzo meccanico.
Dall’altro lato, però, abbiamo assistito a una gara tutta in salita per Kimi Raikkonen (Ferrari), partito male e costretto a stare molti giri dietro a un rinato Felipe Massa (Williams), perdendo tempo prezioso. Ha tagliato il traguardo quarto, a più di venti secondi dal compagno di squadra, anche se negli ultimi giri ha dato prova di non essere ancora bollito, arrivando a ridosso di Bottas.
Un Bottas spento rispetto al solito, che dopo un primo stint trascorso in testa non è poi riuscito a mantenere lo stesso ritmo del compagno di squadra Lewis Hamilton, costringendo il team a dover far ricorso agli ordini di scuderia per convincere l’ex Williams a lasciar passare l’inglese, non facendogli così perdere tempo. Una manovra che ha scatenato il delirio sui social, tra chi accusa il team di aver commesso una scorrettezza e chi invece ha difeso le sue ragioni, recriminando invece la Ferrari di non aver fatto la stessa cosa in Cina, quando Vettel è rimasto molti giri dietro a Raikkonen, non riuscendo a superarlo.
Tutto sommato, questo è stato un Gran Premio dove, pur tra le naturali polemiche che in Formula 1 ci sono sempre, sostanzialmente i piloti hanno dato anche prova d’umiltà. Anche Hamilton, che ammette la sua colpa per la penalità di cinque secondi inflittagli per aver rallentato Daniel Ricciardo (Red Bull) in corsia box durante la prima sosta, scendendo al di sotto della velocità consentita dal regolamento. Un errore che gli è costato caro, e gli ha fatto perdere la possibilità di giocarsi la vittoria con Seb negli ultimi giri, quando le gomme del ferrarista, più vecchie rispetto all’inglese, lo stavano rallentando.
Scontro generazionale
Un’umiltà che non si è vista, purtroppo, in Max Verstappen (Red Bull): tradito in gara dai freni mentre stava dando un’altra grande prova, nella giornata di sabato aveva accusato Massa di averlo disturbato nel suo giro lanciato sorpassandolo, compromettendo quindi il suo tempo cronometrato. L’olandese ha rilasciato alla stampa un commento molto poco elegante nei confronti dell’ex ferrarista: “Beh, essendo un brasiliano, avrà poco da dire!”.
Felipe, giustamente offeso per le dichiarazioni rilasciate dal rivale, a parer suo razzista, ha risposto: “Ho parlato con Max, e l’ho avvertito di stare attento, perché dovrà andare a correre in Brasile a novembre. Non è bello tirare in ballo i brasiliani in questioni nelle quali non c’entrano nulla.”.
Non è la prima volta che i due hanno avuto scontri dentro e fuori la pista: è già successo a Monaco nel 2015, quando Verstappen, allora alla Toro Rosso, si era contraddistinto per la sua guida oltre i limiti del regolamento, tanto da essere “bacchettato” proprio da Massa in quella situazione (alla luce anche di un tamponamento con Romain Grosjean), rispondendo con parole al veleno.
Un contrasto generazionale vero e proprio: Felipe è uno degli ultimi testimoni del dominio di Michael Schumacher, quando la Formula 1 era uno sport dove sostanzialmente i piloti cercavano di restare seri e pacati anche nelle situazioni più difficili (anche se qualche “testa calda” non mancava, come David Coulthard o Eddie Irvine), mentre Max, figlio di Jos Verstappen, è a tutti gli effetti un componente della “generazione social”, composta da ragazzi svegli, precoci e intraprendenti, ma anche fieri e testardi, che difficilmente vedono oltre il bianco e il nero (e ci sta, vista la giovane età). Ed è questo che rende unico Verstappen tra tutti gli altri piloti, nel bene e nel male.
Cambiamenti
Oltre al vento del deserto, in Bahrein si è respirato anche quello del cambiamento: il disastro della McLaren-Honda, con entrambi i piloti ritirati per problemi alla power-unit, sembra stia spingendo sempre più Fernando Alonso tra le braccia di altri team (sembra ci sia stato un incontro tra il suo manager e un rappresentante della Renault). Del resto, dopo un triennio questo ambizioso progetto di riportare ai fasti del passato l’antico binomio che ha consegnato ad Ayrton Senna i suoi tre titoli mondiali non ha prodotto nessun risultato, e ciò sta facendo perdere la pazienza sia ai tifosi sia soprattutto al campione spagnolo, che ha già annunciato che salterà il prestigioso Gran Premio di Monaco per correre nello stesso giorno la 500 Miglia d’Indianapolis.
Il clima di pesantezza è palese in casa McLaren, dopo che abbiamo visto un Alonso nervoso per tutto il weekend, tanto che a un certo punto si è visto camminare iracondo da una parte all’altra del paddock e prendere a calci un muro mentre parlava al cellulare. Per non parlare dei suoi team radio, ormai diventati, tristemente, un appuntamento regolare con i telespettatori: “Ma come fanno a sorpassarmi se sono a 300-400 metri dietro di me?! Non ho mai corso con così poca potenza in tutta la mia vita!!”.
Il due volte iridato, cercando di dimenticare i suoi problemi, ha poi rilasciato parole di elogio nei confronti della sua vecchia squadra: “É bello che la Ferrari sia tornata a vincere, dopo questi anni di dominio Mercedes. Erano troppo abituati al successo, un po’ di concorrenza può far loro solo bene. Siamo tutti contenti che la Rossa sia tornata.”.
Il tutto contornato dall’annuncio ormai prossimo del sodalizio Sauber-Honda, che vedrà la scuderia svizzera e la casa nipponica uniti in un rapporto dal 2018, costituito da molto di più che una semplice fornitura di motori da parte di quest’ultima. E ciò costringerà i giapponesi a rivedere i loro rapporti con la McLaren, fino ad oggi loro punto di riferimento.
E quindi …
Cosa ci aspetta nel futuro? Sicuramente una lotta tra Vettel ed Hamilton. Con il Cavallino Rampante di nuovo al galoppo ci dovremo preparare a grandi scintille, soprattutto ora che guida la Classifica Piloti e quella Costruttori.
Ma sarà anche importante per il team di Maranello saper sviluppare la vettura nel corso della stagione, in modo tale da restare al passo con i suoi diretti avversari. Le tecnologie e la voglia ci sono, adesso bisogna solo trasportare dalla teoria alla pratica tutte queste idee e ambizioni, anche se a Sochi sarà difficile vedere una vittoria della Ferrari, essendo la pista russa estremamente favorevole alla Mercedes, con i suoi tratti ad alta velocità e la conformazione in linea con le caratteristiche delle Frecce d’Argento.
ORDINE DI ARRIVO GP BAHREIN
1. Sebastian Vettel (Ferrari)
2. Lewis Hamilon (Mercedes)
3. Valtteri Bottas (Mercedes)
4. Kimi Raikkonen (Ferrari)
5. Daniel Ricciardo (Red Bull-TAG Heuer)
6. Felipe Massa (Williams-Mercedes)
7. Sergio Perez (Force India-Mercedes)
8. Romain Grosjean (Haas-Ferrari)
9. Nico Hulkenberg (Renault)
10. Esteban Ocon (Force India-Mercedes)
CLASSIFICA PILOTI
1. Sebastian Vettel (Ferrari) 68 pts.
2. Lewis Hamilton (Mercedes) 61 pts.
3. Valtteri Bottas (Mercedes) 38 pts.
4. Kimi Raikkonen (Ferrari) 34 pts.
5. Max Verstappen (Red Bull-TAG Heuer) 25 pts.
6. Daniel Ricciardo (Red Bull-TAG Heuer) 22 pts.
7. Felipe Massa (Williams-Mercedes) 16 pts.
8. Sergio Perez (Force India-Mercedes) 14 pts.
9. Carlos Sainz (Toro Rosso-Renault) 10 pts.
10. Romain Grosjean (Haas-Ferrari) 4 pts.
11. Kevin Magnussen (Haas-Ferrari) 4 pts.
12. Esteban Ocon (Force India-Mercedes) 3 pts.
13. Nico Hulkenberg (Renault) 2 pts.
14. Daniil Kvyat (Toro Rosso-Renault) 2 pts.
CLASSIFICA COSTRUTTORI
1) Ferrari 102 pts.
2) Mercedes 99 pts.
3) Red Bull 47 pts.
4) Force India-Mercedes 17 pts.
5) Williams-Mercedes 16 pts.
6) Toro Rosso-Renault 12 pts.
7) Haas-Ferrari 8 pts.
8) Renault 2 pts.
Simone Pacifici