A Matrix parla l’ex assistente di Fabrizio Corona, Geraldine Darù

Geraldine Darù, ex assistente di Fabrizio Corona, ospite in esclusiva di Nicola Porro a Matrix (in onda questa sera in seconda serata su Canale 5).

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2007
Fabrizio Corona

«Ho deciso di venire a parlare in televisione perchè in questa settimana sono state dette molte cose che non mi sono piaciute. Io non sono assolutamente la donna che ha incastrato Fabrizio Corona, non mi è piaciuto che si sia parlato male di me senza mettere a confronto la verità, perché i pettegolezzi sono una cosa, ma la verità è un’altra».
Queste le parole pronunciate da Geraldine Darù, ex assistente di Fabrizio Corona, ospite in esclusiva di Nicola Porro a Matrix (in onda questa sera in seconda serata su Canale 5) a proposito della vicenda giudiziaria che vede coinvolto l’ex re dei paparazzi.
«Ho conosciuto Fabrizio nel 2012 quando lavoravo con un’altra persona e avevamo l’ufficio a fianco. Ci siamo conosciuti poi sono diventata la compagna del suo ex autista. Ho lavorato per Corona da fine gennaio 2016 fino al 2 settembre 2016.  Avevo già finito di lavorare per lui quando c’è stata la perquisizione.
Tra me e Fabrizio non c’è mai stata alcuna lite – prosegue la Darù – Io facevo tutto per lui: autista, amica, confidente, tutto; in quei nove mesi gli ho seguito la casa, gli portavo i miei clienti».

La ex assistente di Corona parla di lui in questi termini:
«Fabrizio Corona è una bellissima persona, estroversa, ma la cattiveria e la delinquenza sono cose diverse. Io ho creduto in lui perché è un grande imprenditore, una persona molto intelligente dal carisma strepitoso, che si fa amare dopo un minuto che lo si conosce. È una persona che ama lavorare come me e con lui ho unito l’amicizia al lavoro.
Oggi voglio bene a Fabrizio – prosegue – non mi pento di nulla, né di averci lavorato né di essere stati amici. Non parlo male di Fabrizio, non potrei mai farlo. Ho creduto in lui, ma quando ho capito che stava andando oltre le righe mi è caduta la stima.
Non ero innamorata di Corona non ci siamo neanche mai baciati».

La Darù prosegue raccontando dettagli della notte che ha trascorso in albergo con un borsone pieno di soldi e racconta:
«Sono stata una notte in un hotel con un borsone e non con due. Non ho mai aperto il borsone, fino a quando una mia amica, collaboratrice di Atena, non mi ha chiesto se avessi paura del contenuto del borsone e allora l’ho aperto.  L’ho subito richiuso: ho visto che c’erano delle buste con scritto delle cifre; ho capito che si trattava di soldi, ma non le ho mai aperte. Purtroppo sono un’ingenua e questa mia ingenuità purtroppo non mi ha fatto pensare a cose di questo genere».

«Credo che in Italia, soprattutto in discoteca, si faccia spesso del nero; quello che fa rumore è che ad averlo fatto sia stato Fabrizio Corona, ma non è molto diverso da altri personaggi».
«Il carcere può servire a Fabrizio perché ha sbagliato con la legge – chiosa la Darù – ma Fabrizio va curato per il suo legame con i soldi, deve essere disintossicato perché finché non verrà curato non starà mai bene. Fabrizio di fronte ai soldi non è lui, non è in sé».

La Darù conclude dicendo:
«Quando viene associata la parola delinquente a Fabrizio Corona è un’offesa. Fabrizio Corona è tutto tranne che un delinquente».