È du almeno 213 morti il bilancio ancora parziale del terremoto di magnitudo 7,3 sulla scala Richter che ha colpito ieri sera il Nord-Est dell’Iraq e le regioni frontaliere di Iran e Turchia. Circa 1.700 sono invece le persone ferite. Fino a questo momento solo l’Iran ha fornito un bilancio ufficiale, sebbene provvisorio, mentre le autorità provinciali irachene hanno dato conto di appena sei vittime. Secondo l’Istituto geologico americano, la scossa è stata registrata a una profondità di 25 chilometri, a una trentina di chilometri a Sud-Ovest della città di Halabja, in una zona montuosa della provincia irachena di Suleimaniyeh. Il sisma è stato avvertito alle 20:18, ora italiana, ed è stato chiaramente sentito anche in Turchia, Paese in cui – almeno al momento – non si registrano né danni né vittime.
Le autorità della provincia di Suleimaniyeh, nel Kurdistan iracheno, hanno riferito di appena sei vittime. Ma il bilancio in questa provincia, epicentro del sisma, è del tutto provvisorio. La scossa è stata avvertita per una ventina di secondi anche a Baghdad, mentre in altre province del Paese ha avuto una durata più prolungata. Secondo l’Usgs, la scossa è stata seguita da un centinaio di repliche, con magnitudo massima di 4,7 Richter. Sul fronte iraniano, la città più colpita è stata Sar-e Pol-e Zahab, con circa 142 morti, seguite da Eslamabad-e Qasr-e Shirin, nella provincia di Kermanshah. Una trentina di squadre di soccorso sono state inviate sul posto, secondo l’Irna, mentre centinaia di ambulanze e decine di elicotteri dell’esercito sono stati mobilitati per le operazioni di soccorso in particolar modo nelle aree rurali. I media iraniani hanno lanciato un appello alla calma. “La situazione nelle zone colpite dal sisma è sotto controllo”, ha assicurato la televisione di Stato. La guida suprema Ali Khamenei, da parte sua, ha ordinato al governo e alle forze di sicurezza di mobilitare “tutti i mezzi disponibili” per soccorrere la popolazione.
Tende, coperte, prodotti alimentari e acqua sono stati distribuiti in numerose città ai tanti cittadini che hanno trascorso la notte all’aperto. E nella città irachena di Darbandakhan, le stesse autorità locali hanno chiesto alla popolazione di dormire all’aperto per precauzione. Intanto le scuole oggi resteranno chiuse in tutte le province dell’Iran colpite dal sisma, e anche a Kermanshah, in Iraq, dove sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale. Nell’aprile del 2013 la Repubblica islamica d’Iran fu colpita da due terribili scosse, a distanza di sei giorni l’una dall’altra, la prima di magnitudo 6,4, la seconda di 7,7, la più alta mai registrata nel Paese dal 1957. I due terremoti fecero una quarantina di morti, un numero esiguo se paragonato alle oltre 40.000 vittime (e i 300.000 feriti) del terremoto di magnitudo 7,4 verificatosi nel Paese nel giugno del 1990.