La Rai che verrà: a un mese dalla ripartenza sarà identica se non peggiore

Se il ritorno di Pippo Baudo in tv, a Domenica In, rappresenta il nuovo che avanza si ha immediatamente il polso della situazione

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Cinque agosto, siamo a un mese dalla ripartenza della stagione. Si scaldano i motori e alla griglia di partenza troviamo… il nulla, nessuna novità sostanziale. Questa Rai targata Renzi, con i suoi fulgidi paladini Maggioni e Dall’Orto impegnati in una rifondazione a senso unico volta, a detta persino del PD, a garantire una voce unica alla tv di stato, quella del premier, pensa ad occupare poltrone e a riempirsi la bocca di frasi come quelle pronunciate da Verdelli: «Il gap sui nuovi media va recuperato» che in sintesi si può tradurre come «la Rai è forte sulla Tv ma sui social, i cellulari, i tablet fa discretamente pippa».

Di prodotto non se ne parla, quello è diventato un accessorio, un orpello. Forse non rientra nelle competenze di una “media company”, altra parola che amano pronunciare più di un “amen” in una messa domenicale, fatto sta che a settembre non aspettatevi di vedere chissà quali cambiamenti. Se il ritorno di Pippo Baudo in tv rappresenta il nuovo che avanza si ha immediatamente il polso della situazione. Rai Uno è quella che presta maggiormente il fianco alla fotografia della “palude stagnante”.

Il “direttorino” Andrea Fabiano che ormai a palazzo chiamano tutti con un appellativo davvero poco lusinghiero ha fatto suo lo spirito olimpico ed è diventato un campione del “Cambio di idea”. Non c’è sua decisione che non abbia subito due se non tre inversioni di rotta. Dalla stessa Domenica in, affidata inizialmente ad Eleonora Daniele, alla struttura del mattino che aveva visto la soppressione dello spazio dedicato ai consumi per vederlo resuscitato con un nome diverso ma senza cambiamenti sostanziali.

Stessa sorte per le conduttrici: prima sì, poi no, poi di nuovo sì, poi, forse no ma adesso vediamo. La rete ammiraglia viene condotta a vista da un capitano miope in una nottata di nebbia. Forse è perché chi comanda davvero è in altre faccende affaccendato, impegnato com’è a ristrutturare la macchina per farla assomigliare il più possibile a chi ha reso possibile tutto questo?

Un enorme teatrino con burattini e burattinai che fanno il proprio dovere in nome di un fine e di un obiettivo che non coincidono minimamente con quelli che sono i desideri del pubblico: vedere una tv che informi, che appassioni, che diverta, che intrattenga (sì, serve anche quella). Ma tanto che problema c’è? Niente più “rosso” all’orizzonte. La bolletta con dentro il canone, figliuol prodigo di danari, rende possibile questo e anche molto di più. E a noi non resterà che… cambiare canale.

Bob