Rai, stipendi da favola: ma dov’è la novità?

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Rai revocato sciopero giornalisti

La canicola romana dovrebbe indurre a docce gelate per stemperare i bollenti spiriti invece improvvisamente si scopre l’acqua calda degli stipendi dei dirigenti Rai che in questi giorni riempiono le cronache dei giornali.

Certo che il direttore generale Campo Dall’Orto percepisca un po’ meno di un intoccabile boss bancario e almeno tre volte di più del presidente del Consiglio, con 600mila euro l’anno, può risultare scandaloso soprattutto per un servizio pubblico pagato anche dal canone dei cittadini, ma comunque non è una novità. In fondo il fedelissimo di Matteo Renzi governa un’azienda con 12mila dipendenti, almeno quanti ne ha Atac dove il dg Rettighieri nemmeno arriva ad un quarto dello stipendio di Campo. Poi ci sono anche 10mila collaboratori che sommati ai dipendenti portano il costo stipendi Rai a quasi un miliardo di euro annuo.

I dati di cui disponiamo, e ne chiediamo venia ai lettori, risalgono al 31 dicembre 2013 quando dei 1581 giornalisti assunti la metà guadagnava 105mila euro l’anno. I 303  dirigenti giornalisti, dai capiredattori in su, guadagnavano dai 120mila ai 240mila. I 64 inviati speciali portavano a casa ‘solo’ 126mila euro ciascuno, mentre i 668 redattori ordinari in media stanno sulle 85mila e i collaboratori non oltre i 54mila euro. Ovviamente si tratta di stipendi lordi, questo non toglie che dei 262 dirigenti almeno 10 lambiscono o superino il tetto dei 240.000 euro.

Ai tempi della gestione dell’ex dg Gubitosi oltre ai giornalisti la Rai contava 2.466 impiegati, 470 funzionari semplici, 293 funzionari di fascia superiore con una media di 67.000 euro, 11 medici, 108 orchestrali, 1.537 impiegati di produzione, 1.624 addetti alla regia, 870 operai e 142 tecnici. Poi ci sono  i “lavoratori a tempo determinato” che  sono 1.360, in buona parte giornalisti (262) e personale di regia (349). Ma sotto la voce  “collaboratori con contratto di lavoro autonomo, a progetto e partite Iva” galleggiano 10.019 precari di fatto che costano 110 milioni di euro.

Se entriamo nel dettaglio scopriamo che 283 dirigenti giornalisti arrivano ai 240mila euro, mentre altri 14 si collocano fra i 240 e i 310mila anno e altri sei superano i 310mila. Dei 262 dirigenti tout court ‘solo’ 18 stanno fra i 240 e i 310mila mentre 6 superano quella soglia. E qui ci fermiamo per non tediare il lettore ma è evidente che i dirigenti e i quadri medio alti della nostra Tv pubblica non se la passano affatto male. Non escludiamo, ma abbiamo seri dubbi, che le cose vadano meglio per i dipendenti Mediaset o de La 7.

Tuttavia cosa succederebbe se la Rai dovesse venir privatizzata anche solo in parte? E se questi pingui stipendi dovessero venir ancorati a livelli di produttività e redditività reale anziché all’anzianità o alla nota spartizione politica che da sempre caratterizza l’emittenza pubblica? Siamo certi che la faccenda dei super stipendi abbia tutti i crismi della legalità contrattuale difficilmente scalfibile dagli scandali ferragostani, ma l’impressione, con o senza Campo Dall’Orto, è che mamma Rai resti quella che è sempre stata, un carrozzone pubblico che produce consenso (profumatamente pagato) a chi governa.

Lucignolo