Nemo, ascolti bassi per il “nuovo” programma di Rai Due

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Prendi le iene, togli gli intermezzi grafici e acustici che ne fanno un marchio di fabbrica, rendilo meno varietà e più evento TED e vedrai Nemo. E capirai pure perché ha fatto il 3,8% con 854 mila spettatori. Per chi non lo sapesse TED vuol dire Technology Enterteinment Design ed è una conferenza che si tiene ogni anno in Canada e da qualche anno anche in altre città del mondo. In queste conferenze, al motto di “idee che val la pena diffondere”, teste pensanti che è piacevole scoprire che esistano,  discettano di argomenti che vanno dalle arti alla politica, alla scienza, la tecnologia ma anche la musica, l’architettura, l’ambiente con la convinzione che menti illuminate possano con la diffusione del proprio sapere illuminare altre menti. Ecco! Tutto questo in Nemo non c’è! E se il claim è “nessuno è escluso” la risposta unanime è stata “ma anche no”.

EX IENE – La Rai quest’anno ha fatto incetta di ex iene nella speranza di ringiovanire il linguaggio della sua produzione televisiva che poi dire “sua” è sempre più un ossimoro visto che la Rai queste perle di plastica mica è capace di produrle da sola. No! Ormai anche per sbagliare si appalta. Stavolta tocca alla Freemantle media confezionare, su un’idea di Alessandro Sortino (la iena rossiccia che è riuscita per insondabili misteri della fede ad essere anche vicedirettore di TV2000) un programma di mini reportage di varia natura spacciandolo per una rivoluzione. Rivoluzione che ha provato già a fare a TV2000 con il programma “Revolution” un carrozzone senza senso dove il punto di forza consisteva nel proporre alla conduttrice Arianna Ciampoli temi ed ospiti dei quali non era assolutamente stata avvertita per vedere neanche troppo di nascosto “l’effetto che fa”. Risultato? Ascolti agghiaccianti per una rete che stappa lo champagne quando tocca il 2% e che ha nel Rosario da Lourdes il suo momento top.

POCA INNOVAZIONE – Ma c’è poco da fare, quando possiedi le entrature giuste e hai la fama di essere uno che capisce di tv, uno innovativo, non c’è nessuno che osi alzare il dito e dire semplicemente, fantozzianamente…”sarà ma a me questo progetto sembra una cagata pazzesca”. E quindi ce lo troviamo su Rai Due in prima serata che da un lato può anche essere una cosa positiva portare in tv storie che non siano quelle nere della Daniele o quelle dei programmi della Perego, Clerici, Al Bano e Romina però devi avere l’onestà intellettuale di dire “stiamo facendo TV7 con dei videomaker e una ex inviata di PiazzaPulita, Valentina Petrini che esalta la sua presenza in una zona di guerra con quel tono enfatico che fa tanto La7/MTV. Niente di più, niente di meno. E se questo è, come dichiarato in conferenza stampa, il “programma di informazione su cui punta la rete” allora c’è un problema. Perché Nemo è un minestrone di cose già viste su altri canali anni fa rimescolate male e vendute come acqua di fonte.

Al linguaggio agile dei servizi si contrappone uno studio lento, zeppo di retorica, con un assurdo rituale di domande urlate dalla platea “Chi sei?-Da dove vieni?” Ci mancava solo che dicessero “un fiorino” che magari si sarebbe stemperato questo clima insopportabile da Leopolda.  “Vi dico solo una cosa: è una squadra giovanissima, che per la prima volta si assume sulle sue spalle la responsabilità di provare a far nascere un format nuovo sul servizio pubblico”, ha scritto la conduttrice Valentina Petrini su Facebook.

E qui ci troviamo di fronte a un bivio: o i giovani non sono capaci, si ritenti la prossima volta che mica è detto che solo perché sono giovani debbano per forza avere delle idee meravigliose o sono guidati male da Sortino perché quello che si è visto ieri sera non è un format nuovo ma è come la corazzata Potemkin.

Tv Bob