Viaggio nel mondo di Gegè Telesforo. L’intervista esclusiva

A tu per tu con il musicista, conduttore televisivo e radiofonico

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Gegè Telesforo

Funk, Jazz, Blues, Fusion. Un artista poliedrico che spazia fra tv e radio. È Eugenio Roberto Antonio Telesforo, in arte Gegé Telesforo, tornato in tv con il suo “Variazioni su Tema”. Il nuovo programma, in onda alle 21.15 su Rai5 ogni mercoledì, è un viaggio atipico a 360 gradi nel mondo della musica, incentrato su Gegè, sulla vita del musicista e sulle sue problematiche “esistenziali”. Variazioni su Tema è originale, «sporco», differente dagli altri programmi musicali per tempo e ambientazione. Noi abbiamo interpellato proprio l’autore, Gegè, per farci spiegare cos’è questo eclettico, ingarbugliato e colorato programma televisivo: «Non poteva che appartenere al 100% a chi lo realizza, è talmente strampalato».
Come è nata l’idea di Variazioni su tema e che cos’è?
“Il programma è nato dopo una serie di piacevoli incontri con il direttore di Rai5, Pasquale D’Alessandro, al quale io avevo presentato delle idee, dei progetti. Durante questi incontri ho fatto delle riflessioni e non avendo un grande budget a disposizione, ma soltanto una grande passione e una grande creatività, ho pensato di non realizzare un programma di musica come quelli che avevo già fatto. L’idea era di fare una cosa assolutamente diversa e di raccontare la vita, i dubbi, le incertezze, le avventure e tutto ciò che vive un musicista in prima persona, ma facendolo dalla mia prospettiva e portando il telespettatore ad avere un rapporto ravvicinato e intimo con argomenti tipici dei musicisti. Ho pensato che potesse essere curioso un programma così, avendo solo 10 minuti a disposizione, e in 10 minuti è molto difficile raccontare una storia o un concetto. Figurarsi farlo in televisione. Trattiamo temi a volte buffi, oppure quando incontro grandi personaggi faccio un piano sequenza di 10 minuti cercando di affrontare un argomento. Il bello è che passiamo dalla real tv alla fiction e questo è una cosa che mi piace molto, mischiare i linguaggi e cercare di non essere mai omologato o diventare uno stereotipo”.
Come vi orientate per la scelte degli ospiti?
“Il programma non ha ospiti, vive sulla mia vita. La maggior parte degli episodi sono stati realizzati durante l’estate, le mie tournèe, i concerti e gli incontri con amici-artisti con i quali sono in sintonia e con i quali potevo realizzare liberamente qualcosa di inedito e di insolito. Come con Dee Dee Bridgewater, a cui non ho proposto un’intervista, oppure con Stefano Bollani”.
Un’anticipazione sulla prossima puntata?
“Abbiamo deciso di mantenere un riserbo, proprio perché vogliamo concentrarci sui personaggi, promuovendoli uno alla volta, promuovendo ogni singola puntata. Posso solo anticipare che nella prossima puntata ci sarà Renzo Arbore. Non potevo non coinvolgere in un mio programma uno dei miei migliori amici, se non il mio migliore amico, nonché maestro. E la puntata sarà veramente bizzarra”.
Che musica ascolta Gegè Telesforo e come considera la musica attuale italiana e straniera?
“Io ascolto tantissima musica per diletto e per motivi professionali, proprio perché produco uno dei programmi di musica, forse, fra i più interessanti in questo momento. Anche da Radio24 (dove Gegè trasmette il sabato e la domenica, ndr) ho avuto carta bianca sulla gestione e la selezione della musica e degli ospiti, al contrario di tanti altri colleghi che fanno radio, non ho un supervisore che sceglie la musica per me. Metto solo le cose che a me piacciono e questo fa veramente la differenza. Me ne frego del mercato, me ne frego della discografica ufficiale delle proposte delle multinazionali. Passo anche quello che è pubblicato solo ed esclusivamente in internet, su siti di riferimento per gli artisti indipendenti. Quello che mi piace è la musica che ha una matrice tipicamente black che viene dal blues, dove è presente il senso dello swing, una pulsazione groove molto forte, la musica da cui viene fuori il talento dei musicisti. Non mi piacciono quelle cose preconfezionate che devono seguire una moda, uno stereotipo. Non ho compatibilità con l’hard rock, l’heavy metal, così come non mi piacciono le canzonette banali, non la semplicità, mi piace la semplicità della musica, la apprezzo moltissimo ma non deve essere fine a se stessa. In Italia purtroppo il suono che ho scelto non è rappresentato. Tuttavia, fra le ragazze mi piace Carolina Bubbico, una formidabile cantante e pianista, Serena Brancale, una bellissima voce che sta facendo delle cose nuove con il sound R&B. Mi piace anche Greta Panettieri, una delle più belle voci a livello internazionale. Fra i ragazzi, invece, mi piace Arnaldo Santoro, in arte Ainè. Questi però sono ragazzi da tenere d’occhio fra le voci. Poi ci sono i musicisti. In italia ci sono dei veri talenti. Il livello è veramente alto ma purtroppo non vengono supportati da un punto di vista mediatico né dalle radio né dalle televisioni che pensano solamente alla ricerca dell’inutile pop star del futuro”.
Come considera i nuovi programmi o talent show musicali?
“Tutti i talent show che ci sono in giro sono supportati dalle due multinazionali che sono rimaste in vita. È un’impresa messa su dalla multinazionale e dalla televisione, per creare ancora una linfa vitale alla discografia, attraverso un momento di vendita per queste nuove giovani pop star. Ma è un momento che dura un mese e poi si esaurisce. A parte Mengoni, di X Factor non me ne ricordo uno. Non aiutano la musica, ma soltanto quella fetta di catalogo. Sono delle produzioni meravigliose, se investissero quel tipo di budget su un programma come D.O.C. farebbero un servizio alla musica italiana e internazionale”.
Altri impegni oltre la tv?
“Devo produrre 25 puntate, ne sono andate in onda 6, ma ne ho realizzate già un bel po’. Ora sto montando le altre, finirò la produzione intorno alla fine dell’anno, mentre le puntate andranno in onda fino ad aprile. Invece, continuerò fino a giugno la produzione dei programmi per Radio24. Contemporaneamente sto producendo un paio di album nuovi di un bassista considerato come uno dei più bravi al mondo, forse il numero 1, che è Dario Deidda, e inizio la produzione di uno dei migliori talenti italiani, un pianista siciliano di 25 anni , Seby Burgio. Poi continuo a fare i concerti in Italia e all’estero. Ma il mio impegno principale è mia figlia. Quindi la mia priorità è tenere d’occhio mia figlia ed educarla, farla stare bene, serena e sorridente. E, soprattutto, che vada bene a scuola e al pianoforte”.

Alessandro Moschini