“L’uomo dai mille volti”, il misterioso documentario su David Bowie in tv

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David Bowie è un fantasma. Non si trova in nessun luogo, eppure è ovunque perché la sua musica, il suo stile, la sua fotogenia e la sua personalità continuano a influenzare e affascinare generazioni di artisti e di fan di tutto il mondo. Presentato al pubblico nel 2016, l’anno della pubblicazione dell’ultimo album di Bowie “Blackstar”, “Bowie – L’uomo dai mille volti” (David Bowie, l’homme cent visages ou le fantôme d’Hérouville) andrà in onda in prima visione e in esclusiva su Sky Arte HD (canale 120 e 400 di Sky) mercoledì 24 maggio alle 21.15.

Diretto dal regista francese Gaëtan Chataigner con il giornalista Christophe Conte, il documentario segue le tracce del di David Bowie, a partire dal mitico studio di registrazione situato nel castello di Hérouville, a nord est di Parigi che ha accolto le più grandi rock star degli anni Settanta. Bowie ha vissuto tra le mura di questo luogo leggendario, che ha ospitato Chopin e George Sand, due lunghi soggiorni: nel 1973, per registrare Pin Ups, e nel 1976 quando ha prodotto The Idiot di Iggy Pop e inciso il suo rivoluzionario Low, primo album della trilogia berlinese, a cui seguirono Heroes e Lodger.

Pur rigoroso nella sua ricostruzione giornalistica, il documentario è un’evocazione raffinata e malinconica della vita e della carriera di uno dei più grandi artisti della storia della musica. Ricostruisce i suoi esordi musicali, svela le sue molteplici influenze artistiche, i suoi rapporti con le altre star, come Iggy Pop, Lou Reed, Andy Warhol o Brian Eno e racconta la genesi di alcuni dei suoi album capolavoro, come Hunky Dory, avvalendosi delle interviste rilasciate dallo stesso Bowie e di dichiarazioni fatte da altri musicisti, artisti, come il fotografo Philippe Auliac che l’ha seguito fino al 1976, e collaboratori dell’epoca, tra cui Laurent Thibault, il tecnico del suono e manager dello studio di Hérouville dal 1974 al 1976.

Un racconto appassionante che termina un anno prima della scomparsa definitiva di David Bowie, in cui passato e presente dialogano continuamente tra loro e in cui le immagini di archivio e gli estratti video regaleranno al pubblico un nuovo straordinario ritratto dell’uomo e dell’artista la cui stessa morte, avvenuta il 10 gennaio del 2016, è considerata un’opera d’arte.