Bataclan, un anno dopo: a Studio Aperto parla Vincenzo Capuana

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Bataclan Studio Aperto Vincenzo Capuana

«Non ci sono immagini dei terroristi perché quando vedevano un telefonino in aria tiravano, non volevano essere filmati. La mia fortuna è stata che ero al bancone dove non hanno tirato, non ci sono colpi dal basso verso l’alto… tiravano verso la fossa perché c’era la concentrazione di persone. Anche qualcuno che non sa sparare, uccide».
E’ il racconto di Vincenzo Capuana, l’italiano sopravvissuto all’attentato al Bataclan e il cui audio degli spari fece il giro del mondo che, per la prima volta in tv,  a Studio Aperto,  ricorda i drammatici momenti vissuti.

Sabato scorso, un anno dopo, Vincenzo  è voluto tornare dentro il Bataclan, alla riapertura del locale per “voltare una pagina di silenzio” dice ma, nonostante la sua condizione di vittima di guerra e di un attentato terroristico riconosciutagli dallo stato francese,si è dovuto mettere in fila alla cassa del Bataclan e dopo ore è riuscito ad ottenere un biglietto d’ingresso pagandolo 50 euro
Ecco alcuni estratti del servizio integrale che andrà in onda nell’edizione serale del tg di Italia 1.
«Stavano suonando ‘Kiss to the Devil’ e proprio alla fine del pezzo il chitarrista e il batterista hanno sentito i primi spari e sono scappati dalla scena. Loro erano di fronte alla sala e potevano vedere chi ha cominciato a sparare perché gli spari sono venuti dall’ingresso principale. Pensavo facesse parte della scena – racconta Vincenzo – Ho provato a fare il pesciolino per uscire ma ho trovato a quattro metri il nostro Omar (Omar Mostefai n.d.r.) che mi ha detto “vieni con me”, con uno sguardo che uno non può dimenticare. Mi ha preso per il braccio mentre dall’altro teneva il mitra,  ho visto direttamente la confezione dell’esplosivo. In quei momenti mi sono detto se divento ostaggio muoio».
Capuana racconta inoltre come sia riuscito a fuggire ai terroristi perché  «questa persona ha voluto prendere un altro. Io ho dato una spallata e sono scappato, con il rischio che mi sparasse dietro le spalle… qualche telefono suonava ma nessuno rispondeva. Provo l’uscita di sicurezza ed era chiusa e lì ho avuto paura perché dovevo riattraversare 20 metri per arrivare all’ingresso principale. Sono uscito – conclude Vincenzo-  i curiosi c’erano ma nessuno è intervenuto».