Sembra fatta, e non è certo una frittata.
Antonella Clerici ha tirato via dal fuoco del “Grande Fornello” di Viale Mazzini il nuovo contratto che la legherà alla Rai per la prossima stagione.
Due milioni di euro, tondi tondi, spalmati su 11 prime serate, con 6 puntate di Portobello e 5 di Sanremo Young, oltre ad una lauta consulenza su La Prova del cuoco, programma che passa (Buono a sapersi!) a Elisa Isoardi, di nuovo sul luogo del delitto dopo la sostituzione per gravidanza della “biondissima del mezzogiorno italiano”.
Alla corteggiatissima Elisa (oggi più di ieri, chissà perchè) toccò, come la più adatta alla materia delle “Del Noce Angels”, dare ad Antonella Clerici quello che anni riveleranno essere stato “un dispiacere grandissimo”.
Ma veniamo al punto.
Da quanto si sussurra nei corridoi ben informati del Palazzo, la Clerici avrebbe fatto non solo il possibile per mantenere il suo “zampone” nella trasmissione di cucina, ma all’insegna dei più “raiano” DI TUTTO, DI PIÙ, avrebbe anche preteso ed ottenuto a contratto (da un clemente Mario Orfeo, in cerca di amici nella ritirata preventiva che si annuncia sotto i colpi dell’avanzata grillina) anche la firma nei titoli del programma. Come dire, e non ne voglia a male Pippo Baudo: “La Prova, quella l’ho inventata io!”.
Orbene, che il territorio in questi diciotto anni di “autogestione” della fascia del mezzogiorno fosse ad esclusivo appannaggio di Antonella Clerici non crediamo avesse bisogno di essere provato.
Anche perché di prove del suo incontrastato potere la “Signora dei Fornelli” ne aveva lasciate sul cammino, eccome. Fino ad imbarazzare quanti, alle prese con i classici consuntivi di gestione di fine stagione, hanno dovuto fare i conti con lo stipendio da “fuoco e fiamme” elargito alla Antonellina nazionale dal capo del personale, Marcello Flussi, e da madame-contratto, Chiara Galvagni: 6.500 euro.
Con quello che si vede e si sente in giro, direte voi: dov’è il problema? Beh, con quello che si vede e si sente in giro il problema non c’è, diremmo noi. Salvo che la cifra di 6.500 euro, elargiti dalla Rai alla Signora Clerici, non è mensile (che comunque equivarrebbe alla somma di 4 stipendi di un insegnante delle superiori con molti anni sulle spalle), ma quotidiana. Proprio così: 6500 euro a puntata giornaliera (come dire 100 euro per minuto di trasmissione) per assaggiare un tortellino, controllare la cottura di un brasato, apprezzare la croccantezza di una zucchina e testare il corretto grado di zucchero di un sorbetto.
Fatica enorme, non c’è che dire, ancor più se fatta tutti i giorni col più usurante dei lavori: la ripetitiva conduzione di un programma ormai logorato dalla mancanza di curiosità e dall’inerzia di chi lo manda avanti senza l’amore di una volta.
Numeri, che in un solo anno (quelli de La prova del cuoco a marchio Clerici non sono già diciotto?) avrebbe, e nemmeno tanto col condizionale, portato la conduttrice ad incassare cifre del valore di 1 milione e 200 mila euro a stagione. Di più e non di meno, carte alla mano. I conti, quelli fateli voi. Sarebbe un peccato togliervi la sorpresa di scoprire che “è la somma che fa il totale”. Noi li abbiamo fatti e potrebbe bastare a chiedere conto del perché solo in Rai sappiano così generosamente remunerare il talento. Imbarazzante, a dir poco.
Ma c’è di più.
Quello che emerge dai “numeri” della Prova del Cuoco è l’insospettabile fotografia di un andazzo, rispetto al quale la Clerici rappresenta il molto, ma non il tutto. Secondo voi: quanto incassa la Endemol, la società che vende alla Rai il “giochino” dei cuochi in gara per mettere l’un contro l’altro armati due o più chef a puntata? Come se all’italica gente, incantata di fronte alle mirabolanti imprese di Masterchef, fregasse (più del risultato di una partita di serie B di mezza classifica) vedere due cappelli scontrarsi all’ultimo sangue per ottenere in premio l’unzione clericiana.
Su questo, come su molto altro, avremmo almeno altri due milioni di buoni motivi per parlare. Non è detto che non lo faremo, aspettando che coraggio e pudore della Rai possano tornare quelli di una volta.
E, comunque, grazie Antonella per essere rimasta con noi.
Lucignolo