Eccolo qua il Freccero neo direttore della rete due, sovranista, culo e camicia con i 5stelle e con Grillo che intende rivoluzionare la sua Rete. Certo idee ne ha, quanto siano attuabili senza lottizzare la Rete a favore dei suoi amici si vedrà, ma lui è sempre brillante e aggressivo perché di Rai, contrariamente a certo establishment, se ne intende, eccome.
In fondo ne è il prodotto.
Ebbene oggi Repubblica, in guerra permanente con il sovranismo salviniano e grillino, scrive di una campagna su twitter per boicottare Rai2 e la gestione Freccero. Hashtag di rigore #facciamorete: “Un modo per esprimere dissenso nei confronti si una rete ormai lottizzata da Grillo e dai suoi fratelli”.
E ancora: “Cercasi coraggioso infiltrato che ci elenchi i prodotti pubblicizzati dalla #Rai durante il programma del fascista #Grillo, perché possano essere boicottati da tutti i #facciamorete. Grazie, sarà ricordato come un eroe”.
L’occasione per “smacherare” il Freccero è data dalla richiesta alla rete di boicottare il programma “C’è Grillo” su Rai2, previsto per lunedì in prima serata dove l’eccelso, l’illuminato irsuto e capelloso non si prenderà live di Grillo, ma solo un montaggio di pezzi dei suoi monologhi sui palcoscenici Rai o teatrali. Che è poi la stessa roba visto che Grillo, oltre che di politica, di spettacolo ci campa e pure alla grande.
La riesumazione del Tutankamon della risata è stato scritto da svariati autori e dovrebbe essere un un tributo ai grandi personaggi della tv italiana, nel caso del comico genovese, si legge, scelto perché ha alle spalle 40 anni di attività, diremmo noi, più o meno fallimentare prima di scendere, anzi, salire, in politica.
Siccome l’elevato ha fiutato la trappola scrive: «Ci vediamo lunedì sera alle 21,20 su Raidue» e poi spiega che sarà una sorta di Blob delle sue presenze, ormai da mò dimenticate (tanto valeva ripresentare Totò, Manfredi, Tognazzi defunti ma sicuramente in grado di far ancora ridere gli italiani).
Lo show cuce i vari passaggi che portarono il comico a Sanremo e poi le storiche (si fa per dire) trasmissioni che facevano capo alla serie «Te lo do io…» fino agli one-man-show che sono stati replicati in versione politica trasformandoli così in performance da leader del movimento.
«Non è lai Rai, è una specie di Istituto Luce» ironizza il capogruppo Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci che attacca: «Il nuovo regime giallo-verde ha trovato il suo nuovo cantore da valorizzare sul servizio pubblico: è Beppe Grillo».
Ma è difficile comprender lo stupore dell’onnipresente Marcucci che sa benissimo come la regola aurea della Rai sia la lottizzazione e oggi ne approfittano, a man bassa, i nuovi padroni.
E Freccero? Dai non fa lo stupido stasera, anche te devi rispettare le regole della lottizzazione
Lucignolo