Dal film Il Sorpasso, con inatteso colpo di sterzo, la coppia Parodi–Liorni ottiene il primato con La vita in diretta e sconfigge Pomeriggio Cinque tre giorni di seguito. Ottimo risultato per l’affiatato duetto, composto dai giornalisti cinquantenni più belli e patinati della tv italiana. Dalle sembianze talmente impeccabili da sembrare anchormen statunitensi, con sorriso a 54 denti e toni misurati, i due mori conducono col loro stile la storica trasmissione di RaiUno, che ha viaggiato nell’edizione 2014-2015 sulla media del 16,9% di share, includendo L’Italia in diretta, con un lieve incremento di ascolti rispetto all’anno precedente. Mentre la schiacciasassi D’Urso ha viaggiato sulla media del 19%.
IL CONFRONTO DI MARTEDÌ – Ma guardiamo il confronto di martedì: 17,3% di RaiUno nella fascia 15-18 a fronte del 14,43% di Canale 5. Non è una vittoria, è una schiacciante vittoria. Tra la torta della regina e la ciccia di Johnny Depp, padre Graziano e il ricordo di Mike Bongiorno, Alfano sulla sicurezza e Adinolfi sulle madri single, il pomeriggio scivola via senza grandi ammiccamenti, con equilibrati passaggi di consegna tra i due conduttori. Dall’altra parte, a Canale 5, nonostante l’inizio… in discesa della D’Urso che aveva anticipato il ritorno in video di una settimana rispetto ai competitor, la trasmissione lascia perplessi. Con l’ennesimo ritorno della soubrettina Lisa Fusco, inspiegabilmente acclamata dal pubblico, e ancora sul tema spaccata-caduta-gesso. Con rivelazione shock: la D’Urso minacciata al telefono a causa della Fusco. E conclusione scientifica della vicenda con accusa alle scarpe della Soubrettina, di scarsa qualità essendo state acquistate in un negozio di cinesi. Ecco, in effetti mi pareva strano che la colpa non fosse dei cinesi. Comunque, Il Segreto non è andato in onda e, nonostante ciò, Pomeriggio 5 ha avuto il suo seguito.
LA LEGGE DELLO SHARE – Ma insomma, la legge dello share è imperscrutabile come quella del traffico? O si spiega tutto, come sostengono autorevoli analisti della tv, con l’alternarsi degli spot nelle rispettive programmazioni? Per un momento avevo coltivato l’illusione che il bon ton vincesse sull’identificazione: speravo, cioè, che funzionasse più l’effetto “vorrei essere come lei” ispirato dalla Parodi che non “è una vaiassa anche lei” giocato dalla D’Urso. E chissà che la sua tipica frasetta autocelebrativa “eravate tantissimi” non sia tristemente profetica…
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