Il film tv Rocco Chinnici, tratto dal libro di Caterina Chinnici “E’ così lieve il tuo bacio sulla fronte”, racconta dal punto di vista privilegiato di una figlia, anch’essa divenuta magistrato, il “padre” del pool antimafia. E sarà uno straordinario Sergio Castellitto a dare volto e anima al giudice Chinnici, integerrimo uomo di Stato ma anche padre attento e affettuoso – assassinato dalla mafia a Palermo nel luglio del 1983 – in una produzione dal grande valore civile firmata da Rai Fiction e Casanova Multimedia di Luca Barbareschi. Il film, per la regia di Michele Soavi, andrà in onda in prima tv e in prima serata martedì 23 gennaio.
LA STORIA DI ROCCO CHINNICI
Rocco Chinnici è stato il primo magistrato ad intuire che la mafia avesse consistenti legami con ambienti imprenditoriali, politico-istituzionali e con associazioni malavitose internazionali. Il primo a pensare che lo scambio di informazioni tra magistrati sulle indagini di delitti di mafia, che ognuno di loro come da regola seguiva in solitudine, fosse fondamentale per scoprire relazioni tra malavitosi, imprenditori e politici che comparivano sulle diverse piste di investigazione.
Convinto che la lotta alla mafia si dovesse combatterla insieme, Chinnici costituì il primo gruppo di magistrati impegnati a contrastare le organizzazioni criminali. Non sapeva di aver costituito quello che poco tempo dopo, sotto la guida di Antonino Caponetto, fu chiamato “il pool antimafia”.
Per Rocco, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone erano degli amici fraterni. Con loro e con gli
altri magistrati del pool mise in cantiere le indagini dei più grossi processi per mafia degli
anni Ottanta: primo fra tutti il «processo dei 162», embrione del maxi-processo che verrà
celebrato dopo la sua morte.
DAL LIBRO AL FILM
Il film narra la vita professionale di Chinnici, ma anche il romanzo di formazione di Caterina
Chinnici, giovane donna del sud che negli anni ’70, anni in cui la mafia commetteva
efferati delitti come quello di Piersanti Mattarella, Cesare Terranova, Gaetano Costa, Pio La
Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, decide di diventare magistrato come suo padre.
Il racconto di un rapporto esclusivo tra un padre e una figlia che insieme conducono una
doppia battaglia quotidiana, quella professionale in nome della legalità e della giustizia, e
un’altra, non meno complessa, sul versante privato, dove entrambi cercano di mantenere
la normalità di una famiglia la cui vita di fatto è stravolta e limitata da un pericolo
incombente.