La grande attesa è finita. Questa sera su Rai Uno, nell’orario speciale per i ragazzi alle ore 20.35, andranno in onda i primi episodi di “Braccialetti Rossi 3”. Questa volta a raccontarci la nuova stagione sono due “adulti”, o meglio due medici dell’ospedale in cui si trovano i braccialetti.
Carlotta Natoli è la “famosa” dottoressa Lisandri, che ha preso parte a tutte e tre le, la new entry è invece Giorgio Marchesi, che vestirà i panni del dottor Piero Baratti, un cardiologo. Serie. «Il mio personaggio ha subito una bella trasformazione – racconta l’attrice -, prima era una dottoressa molto rigida, composta, dura e austera. Nella prima serie si scopre che ha avuto un trauma, crede di aver ucciso un bambino durante un’operazione, e questa è una tematica molto grave per un dottore. Nella seconda stagione di Braccialetti torna di nuovo ad operare, si ammorbidisce e quest’anno vedremo un’apertura maggiore». Carlotta Natoli svela che questa maternità non realizzata la porterà ad avvicinarsi a Leo: «Verrà fuori anche un lato che credo sia davvero bello, quello che anche un dottore può imparare molto dai suoi pazienti, che lottano contro il male con coraggio, con vitalità e con il sorriso».
Una fiction, quella di Braccialetti Rossi, che trova la sua forza proprio nel grande affiatamento del cast. «Un gruppo fantastico, i ragazzi sono davvero in gamba – conclude l’attrice -, il regista lavora bene con loro e ha creato una bella armonia». Non rivedremo Carlotta Natoli nei panni del commissario in “I misteri di Laura”, ma sarà nell’ultimo film di Francesca Comencini e a teatro.
«Io sono un cardiochirurgo che arriva in ospedale dopo alcune esperienze all’estero – spiega Giorgio Marchesi -. Una persona molto professionale, poco empatica, un medico sicuro delle sue capacità, ma non è il massimo della simpatia. La frase che mi ha fatto capire di più di questo personaggio è “devo essere sicuro di me stesso perché ho in mano la vita degli altri”. Per cui è meno giocoso ed estroso, e più freddo e concentrato. Sono i ragazzi che conquistano i medici, loro ci mettono meno emozione, si fanno una sorta di corazza per essere efficaci. Mi sono preparato parlando anche con alcuni amici, e nel corso dei loro anni di studi0 imparano anche il distacco e la sobrietà». Come è lavorare con un cast di giovanissimi? «Loro portano grande energia sul set, hanno meno sovrastrutture, sono più liberi e freschi. A me piace aver a che fare con loro, li trovo in generale intelligenti e capaci».