Mentre ‘l’Illuminato’ nella persona del comico Beppe Grillo spara editti con tanto di megafono dalla finestra di un albergo e proclama di voler mettere sul mercato due reti Rai e una pubblica senza pubblicità, i suoi accoliti, molto meno illuminati, stanno trattando, tera tera, la spartizione delle poltrone Rai con la successiva cascata di nomine alle direzioni varie.
Oddio, niente di nuovo sotto il sole perché è normale che il corpaccione dell’emittenza pubblica venga spartito (un po’ come le balene) ad ogni cambio di maggioranza, ma ci sono le regole da rispettare che dovrebbero garantire un’apparenza di pluralismo, anche se i nuovi venuti sembrano piuttosto affamati di poltrone e meno propensi al compromesso.
Sia come sia, si sta presentando un primo scoglio che riguarda una nomina che starebbe bloccando tutto, quella al Copasir, la commissione parlamentare sui servizi segreti in mancanza della quale il nuovo manuale Cencelli – frutto del pensiero (si fa per dire) di Di Maio e Salvini (il primo ministro Conte – scusate il bisticcio – conta ben poco)- rischia di naufragare fra i veti incrociati.
E cosa c’entra il Copasir, direte voi. C’entra c’entra, perché se non si riempie quella casella non si riempie nemmeno quella della commissione di Vigilanza Rai e poi l’elezione del presidente a viale Mazzini.
Insomma una cascatella di inconcludenza tutta politica degna della prima repubblica
Come noto il cda Rai è formato da quattro componenti di nomina parlamentare (due Camera e 2 Senato), due nominati dal Governo, con indicazione del presidente del Cda e il via libera allo stesso da parte della Vigilanza.
La fatale decisione deve poi avere la maggioranza di almeno i due terzi dei componenti, solo che la commissione Vigilanza non si è ancora insediata e non si insedierà almeno sino a quando non si deciderà di chi è la presidenza del Copasir.
La prassi vorrebbe che le due commissioni bicamerali fossero presiedute da esponenti della minoranza, ovvero delle formazioni politiche dell’opposizione numericamente più consistenti. Quindi non è da escludere che Lega e 5stelle facciano confluire i loro voti su appartenenti a un’unica forza di opposizione.
Questo potrebbe significare una presidenza a Forza Italia e una al Pd. Per prassi per la Vigilanza Rai il presidente è solitamente un senatore mentre per la commissione sui servizi di intelligence è un deputato.
Per la prima si fa con insistenza il nome di Maurizio Gasparri autore della famosa legge sull’emittenza elaborata dai piani alti del Biscione nel 2004, nome sul quale i grillini provano a resistere vedendoci la longa manus di Berlusconi con tutto il coti di interessi personali che l’accompagna.
Il Copasir in teoria spetterebbe al Pd e si fa insistentemente il nome di Lorenzo Guerini. Solo che in quel partito c’è una certa cagnara e molti vedono in Guerini un clone di Renzi sul controllo parlamentare ai Servizi.
Considerando che il Matteo di Rignano si appresta a lanciare una sua trasmissione televisiva sarebbe più opportuno Renzi alla Vigilanza Rai tanto più che il Cavaliere ne ha sempre apprezzato le doti telegeniche e Gasparri, che vanta illustri parentele nell’Arma, al Copasir.
Lucignolo