Rai, Maria Pia Ammirati, una risorsa per tutte le stagioni

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Ore frenetiche a Viale Mazzini. Quelli che speravano fosse cosa fatta con la nomina di Marcello Foa alla Presidenza della Rai stanno di nuovo tribolando con il toto nomine. Nomi dati certi fino a pochi giorni fa, che sembravano scolpiti nel marmo, vengono adesso accolti con una scrollata di spalle e un “chi lo sa”.

Ci sono ad esempio ben due nuove correnti che sono entrate in gioco, quella degli “immobilisti”, ovvero quelli che pensano che non cambierà praticamente nulla alle reti e i “fantasisti”, che pensano ad un colpaccio da parte di uno dei soggetti in campo. Per i primi tutti resteranno al posto loro perché la politica è interessata alla Rai, ma gioca la sua partita altrove.

Meglio fare qualche nomina ma senza dare l’impressione che si voglia entrare a gamba tesa. Quindi, sì alle nomine dei direttori dei Tg ma non alla ristrutturazione completa delle reti. Per quella c’è tempo, magari dopo le Europee, il cui risultato chiarirebbe davvero equilibri interni.

Salva quindi la poltrona di Teodoli che, se aveva cominciato il suo mandato con una serie di risultati positivi ha, in questo primo scorcio della stagione tv, abdicato completamente sul pomeriggio della rete ammiraglia.

Lo sprofondo a dire il vero comincia nell’ultima parte della mattinata ma l’argomento “Prova del cuoco” con Elisa Isoardi pare sia un tabù che non si possa affrontare pena l’essere additati come fomentatori politici. Nonostante però il pessimo risultato anche della Balivo e de “Il paradiso delle signore” il buon Teodoli viene incredibilmente dato per riconfermato nelle ultime ore facendo calare le quotazioni di Marcello Ciannamea (dal gennaio 2013 direttore del Palinsesto, uomo-chiave dell’attuale dirigenza) il cui nome veniva dato per certo sin dal mese di luglio. Stessa sorte per il giovane Fabiano, la cui rete vivacchia e che può vantare per adesso solo il discreto risultato di Niagara, a cui va il premio simpatia per essere il Davide contro Golia del lunedì e che può vantare la vittoria, purtroppo in casa, contro Rai 3 di Riccardo Iacona in evidente difficoltà.

Per Coletta su Rai3 invece non vi sono mai stati dubbi sulla riconferma dai giorni successivi alle elezioni. Ma questi sono gli “immobilisti” perché per i “fantasisti” invece ci sarebbe la possibilità di un grande cambiamento. I rumors riguarderebbero Maria Pia Ammirati, che, folgorata sulla via di Damasco ha abbandonato definitivamente la vicinanza con la sinistra, le simpatie a destra per trovare nuova linfa nei 5 stelle che, nel caso la poltrona del Tg1 non dovesse essere affidata ad Alberto Matano, appoggerebbero la sua candidatura alla rete di Rai1 e non più Rai2 come i bookmaker di Viale Mazzini assicurano da questa estate. Maria Pia la scrittrice, la donna di cultura, attualmente alla direzione “Rai teche”, che ha sicuramente innovato e rilanciato, ha anche un ruolo strategico in Rai digital. Presenzialista al punto giusto e nei luoghi giusti, sino al 2014 è già stata vice direttrice della Rete dell’Ammiraglia che anche allora non navigava in buonissime acque e alla quale diede l’addio senza che nessuno si stracciasse le vesti.

Eppure Maria Pia raggiungerebbe una posizione cui ambisce da anni e che per un soffio non era riuscita ad agganciare nell’ultimo giro di valzer di poltrone.

Quale dei due schieramenti avrà ragione, gli “immobilisti” o i “fantasisti”? Una trama avvincente: lotte all’ultimo sangue per il potere, promesse, tradimenti, voltafaccia, capriole politiche che appassionerebbero gli spettatori più degli insipidi e costosissimi siparietti di “Vieni da me”.

Dovrebbero pensarci seriamente in Rai.

Lucignolo