Tra sabato 27 e domenica 28 ottobre si torna all’ora solare: alle 3.00 le lancette degli orologi saranno spostate sulle 2.00. Farà buio prima ma al mattino ci sarà più luce. La giornata di domenica durerà 25 ore, e si potrà dormire un’ora in più. La stagione invernale finirà il 31 marzo dell’anno prossimo, quando si tornerà all’ora legale. Potrebbe essere l’ultima volta. La Commissione europea ha chiesto di cancellare questo uso, introdotto nel 1973 per far fronte allo shock petrolifero di quell’anno. L’obiettivo era risparmiare energia. Secondo un recente sondaggio a base volontaria l’80% dei partecipanti (4,6 milioni di persone) in 28 paesi sarebbe favorevole all’abolizione. La decisione deve essere presa entro aprile 2019 autonomamente da ogni stato, come ha spiegato il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, dopo un confronto fra Parlamento europeo e capi di Stato e di governo all’interno del Consiglio europeo. L’Italia dovrà quindi in seguito valutare la sua posizione. Per alcuni, non vi sarebbe un effettivo risparmio energetico. I più critici attribuiscono addirittura a questa uso l’aumento del numero degli incidenti stradali. Infatti, non si tratta solo di un’ora di sonno in più e la necessità di risparmiare globalmente energia ma, com’è noto, il cambio d’orario provoca una serie di conseguenze sui normali bioritmi che sono stati anche di oggetto di studio per alcune conseguenze negative non difficilmente percepibili: tra tutte, un aumento del rischio d’incidenti stradali. L’alternanza tra ora legale e solare ha da sempre suscitato grandi polemiche, soprattutto per quanto riguarda i riscontri negativi sulla salute, in particolare sui bambini e sugli anziani. Alcune ricerche hanno stabilito che ad aumentare la frequenza dei sinistri sarebbero la maggiore possibilità di colpi di sonno cui sono soggette molte persone stressate o cronicamente stanche. Basti pensare che secondo l’Inselspital di Berna (l’Università ufficiale di medicina della capitale elevetica) che si rifà ad uno studio canadese, il giorno dopo il cambiamento di orario gli incidenti sulle strade aumentano di ben l’8%. A tali dati sono giunte anche analoghe statistiche americane ed un’indagine condotta dall’Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni (UPI), che ha analizzato tutti i sinistri stradali fra il 1981 e il 2005 avvenuti la settimana dopo il passaggio all’ora estiva o invernale, arrivando a concludere che aumentano del 7% sia i sinistri, sia il numero dei feriti.La ricerca più completa in relazione agli effetti dell’ora legale sulla frequenza dei sinistri è stata però pubblicata il maggio dello scorso anno in Gran Bretagna. Secondo lo studio britannico, nelle quattro settimane dopo il cambio dell’ora i feriti aumentano del 19% fra gli automobilisti e del 43% fra i motociclisti. Sulla scorta di quanto sostengono tali ricerche, le cause di queste preoccupanti statistiche, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, stanno nel fatto che nella nostra società si tende a dormire troppo poco rispetto al necessario ed in tal senso anche un’ora in meno può comportare effetti evidenti sui nostri comportamenti. Peraltro, v’è da sottolineare che il nostro organismo ha bisogno di almeno un giorno per regolare l’orologio interno biologico. In tal senso i medici che si sono occupati della questione consigliano di andare a dormire un’ora prima del solito il sabato o, ancora meglio, di cominciare ad anticipare i tempi già una settimana prima.