I buoni propositi di Rai Uno per il 2019, ma Teresa De Santis sembra un direttore fantasma. Ecco alcuni consigli

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Non c’è anno che cominci che non veda una lista dei buoni propositi. È utile come promemoria delle cose che almeno si intende realizzare e nei primi giorni di gennaio si è così carichi di energia e di voglia di fare che difficilmente ci si sottrae a questo rito.

Nel caso di Rai1, visto che il neo direttore Teresa De Santis latita e non esce dalla sua prigione d’avorio negandosi allo stuolo di vice direttori e capi struttura che girano a vuoto da oltre un mese in attesa di un cenno o di un’indicazione, ci pensiamo noi, col massimo dell’umiltà a darle qualche suggerimento.

Il primo consiglio che le diamo è proprio quello di palesarsi: non è possibile che dopo un mese un direttore non abbia ricevuto nessuno o, peggio, abbia ricevuto solo Elisa Isoardi. Non che non ci sia bisogno di mettere mano al programma più fallimentare della rete in termini di ascolti e di mancati risultati per gli inserzionisti, ma che siano almeno proattivi questi scambi ripetuti con la conduttrice cuneese dallo sguardo sempre più spiritato.

Il secondo è quello di formare la “sua” squadra: la ridda di voci e le ipotesi su chi verrà e chi verrà segato sta assumendo sempre più i contorni della trama di una telenovela che non appassiona più.

Il terzo consiglio è, decidere cosa fare del pomeriggio: passate le feste i risultati della Balivo, del “Paradiso delle signore” e di “Vita in diretta” torneranno ad essere di nuovo tristi e imbarazzanti rispetto al costo sostenuto per produrli. Si salva, in parte, Vita in diretta, penalizzata dal traino scadente di chi la precede dissanguando le casse della rete come un vampiro che ha scoperto di essere immune all’aglio.

Come quarto consiglio ci auguriamo non tocchi nulla, o quasi, sul fronte della prima serata. A parte la cambiale di Superbrain che ci si ostina a riproporre la Rai ha un unico vero merito, quello di avere un’offerta di fiction perfettamente sintonizzata con il suo pubblico: un’offerta che ha saputo evolvere negli anni uscendo dai binari del risultato sicuro dei preti in bicicletta. Poche cose giusto per cominciare caro direttore, perché, come recita il detto “chi ben comincia è a metà dell’opera” e poi perché Sanremo è dietro l’angolo e su quello lei non è intervenuta per niente, non vorrà mica passare alla storia come un direttore fantasma. Un buon 2019.

Bob