Rai, il tocco della “TARANTOLA”

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Gentile Presidente, Anna Maria Tarantola, è la prima volta che ci rivolgiamo a Lei, direttamente. In questo anno di gestione (a breve festeggerete 12 mesi di permanenza in Rai), abbiamo apprezzato le prodezze del Direttore Generale nella gestione a-politica dell’azienda televisiva di stato. Compito non sempre facile, dato che quasi tutti i manager Rai di riffa e di raffa rispondono ad un’area culturale, diciamo così.  Probabilmente gli unici ad essere veramente lontani da questa logica sono proprio i neo assunti dal Direttore Generale (tanto criticato per questo motivo). Ma alla domanda “non vi erano queste professionalità e competenze fra undicimila dipendenti? Probabilmente no. Anche perché se andassimo a vedere i curricula dei vari dirigenti in posizioni strategiche forse leggeremmo la lontananza professionale rispettivamente ai lavori che sono chiamati a fare. 

Torniamo a noi Presidente. Con la sua gestione abbiamo assaggiato cosa potrebbe essere la Rai senza l’approvazione continua degli atti da parte del  consiglio. Molto meglio, se analizziamo dal 2009 al 2012 lo stallo in cui era caduta l’azienda. Mai un accordo, paralisi totale. Ed oggi quegli stessi che hanno bloccato tutto per anni, chiedono che a loro torni il manico del comando. La via è una sola, un amministratore delegato, esterno, con attributi e “mutanda di ferro”. Questa la lunga premessa per i Suoi meriti. Passiamo ora alle mancanze…mentre con il DG avete posto un freno alla lottizzazione selvaggia non avete fatto altrettanto su chi all’esterno rappresenta l’immagine dell’azienda.

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Non penso che la maggior parte degli abbonati Rai segua le vicende legate alla gestione, ma segue ciò che è legato ai suoi volti, alle tante facce che quotidianamente entrano nelle case degli italiani. Lei ha fatto una battaglia (non ancora conclusa) per cambiare “l’idea culturale”  della donna in tv, rifiutando ad esempio  la manifestazione Miss Italia. Ma non basta, oggi Lei si deve preoccupare  di cancellare dalle Reti Rai una serie di conduttrici che sui giornali vengono additate come raccomandate, lottizzate, e chi più ne ha e più ne metta. Se addirittura un noto personaggio politico ha deciso di sedere nella Commissione di Vigilanza Rai per proteggere la sua preferita, allora il parlamento ancora una volta ha vinto sul buon senso e la moralità. Abbiamo letto sul Fatto Quotidiano, su La Notizia, e su altri quotidiani una serie di nomi, di appartenenze e modalità che non fanno bene all’immagine Rai. E’ inutile cancellare Miss Italia, dove 100 ragazze perbene  sfilano per un sogno, se quindici su tutte “sporcano” l’immagine del servizio pubblico, dimostrando che se non hai “un protettore” (e forse è il termine giusto), non puoi avere la tua occasione.  Approfitti dello stato di necessità, elimini le conduzioni a contratto e affidi l’immagine Rai a giornaliste interne, più legate ad un codice etico, che hanno fatto gavetta e che non hanno goduto di scorciatoie più o meno discutibili. Non faccia Lei brutta figura, la Rai è pur sempre la Rai!

Carlo Brigante