Rai, programmi vecchi e noiosi. E la concorrenza trionfa

Il sabato sera di Raiuno è deprimente, Mediaset fa strage di audience con "Amici". E @Giankaleone sta a guardare

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Il disastro che ha commesso Giancarlo Leone, prima come responsabile della divisione Intrattenimento che fu chiusa per insuccesso certificato e poi con la direzione di Raiuno, non è facilmente colmabile. Oggi la Rai, che sarebbe dovuta essere l’azienda leader sul mercato italiano come immagine innovativa, non solo ha mostrato la sua insufficienza nella ricerca di nuovi format ma è entrata in uno stagno da cui sarà improbabile uscirne.

Il grande investimento di denaro pubblico ha sortito solo prodotti antichi, di brutta fattura, riciclaggio di vari format che già erano stati insuccessi, soprattutto programmi che mal si addicono al tempo che corre veloce. Insomma l’azienda pubblica non solo non è riuscita a vedere il suo futuro, ma ha disatteso anche il presente. Per capire quale sia la situazione reale basta vedere come le altre aziende private, ad esempio Mediaset e Sky, siano state al passo dei tempi.

PARAGONI SCHIACCIANTI – Basta confrontare due programmi in prima serata di sabato: da una parte “Senza parole” su Raiuno, dall’altra “Amici 14” su Mediaset. Escludiamo per una volta le due conduttrici, ma vediamo invece la diversità anche estetica della struttura dei due programmi. Raiuno propone un progetto di sabato dove domina la tristezza, le problematiche, il pianto, in un’atmosfera a dir poco funebre, dipinta di nero, con luci flebili come tanti lumicini. Al centro una palla di vetro che ricorda certi programmi del passato pieni di orpelli, tende polverose, un ambiente lugubre non certo accogliente, come dimostrano gli ascolti. Dall’altra abbiamo un progetto ben costruito, esplosivo, ricco di fantasia, di colori, dove si ride di gusto, una regia puntuale. In più il racconto è ben sviluppato, mentre su Raiuno si susseguono dei casi appiccicati l’uno all’altro senza una logica plausibile, non esiste una narrazione. “Amici 14” tra l’altro è un programma contemporaneo, dove anche l’immagine maschile, soprattutto nei balletti, viene rappresentata con l’occhio attento di una donna moderna, proponendo la figura femminile sempre più dominante. Insomma non è mai uno show banale, corre sui tempi giusti, meglio di un programma d’attualità. “Senza parole” invece ha dentro di sé il piombo che ha fatto affondare tanti altri progetti voluti da Leone. Anche Ballandi, il produttore che nella sua storia è riuscito a realizzare grandi progetti come quelli con Celentano o Panariello, è stato abbattuto dalla zavorra della Raiuno di oggi, incapace di rinnovarsi. Solo Santa Chiara protettrice della tv, potrà un giorno con un bel miracolo risollevare le sorti della rete più importante dell’azienda pubblica? O la Rai cadrà nelle braccia di Mercurio (il dio del commercio, aggiunta esplicativa per Teodoli direttore di Raidue e per Marano vicedirettore generale) per essere venduta a prezzi scontati a qualche magnate della tv?

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