Rai, Lucio Presta condannato per le offese a Massimo Giletti

La Cassazione ha deciso che l'agente dei vip dovrà versare al conduttore una provvisionale di 15mila euro

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Massimo Giletti
Massimo Giletti

“Sei un quaquaraquà”, Lucio Presta condannato per aver offeso Massimo Giletti. La Cassazione ha deciso che l’agente dei vip dovrà versare al conduttore una provvisionale di 15mila euro come acconto del risarcimento danni, sulla cui quantificazione si pronuncerà un giudice civile. E’ durata dieci anni la diatriba tra Massimo Giletti e Lucio Presta, agente di volti noti dello spettacolo.
Così la racconta Federico Nicci su Il giornale.

IL RACCONTO – La scintilla tra i due si accese quando Giletti espresse dei giudizi negativi nei confronti de La Talpa, il reality show allora condotto da Paola Perego, moglie e assistita di Presta. Il giornalista, inoltre, si vantò di aver raggiunto con L’Arena, segmento di Domenica In, uno share più alto rispetto a quello ottenuto da Paolo Bonolis, altro cavallo di razza della scuderia Presta, da qualche mese tornato a Mediaset per condurre Serie A – Il grande calcio, programma che poi lasciò per bassi ascolti e per divergenze con la redazione sportiva.
Ero a piedi in piazza Euclide, andavo a messa, quando mi sono sentito chiamare “Demente, bastardo” più volte. Mi sono girato e ho visto con sgomento Presta su una Smart nera. È sceso e mi ha sputato. Mi ha accusato perché in un collegamento con il Tg1 ho detto che Baudo aveva battuto Bonolis. Era la verità. Io ho sempre sostenuto che Bonolis è il numero uno, ma che è sprecato per Serie A. Lui mi ha dato del servo di Baudo (il quale ieri sera si è detto “stupefatto, amareggiato e indignato per il comportamento di Presta”, ndr). Poi ha detto che io vado in tv per smentire voci su una mia presunta omosessualità. Questa la dice lunga: uno per cui l’omosessualità è una cosa negativa.” Così Massimo Giletti, secondo quanto riportarono i siti e i giornali di allora, raccontò l’incontro con Presta.

LA DIFESA – Ma l’agente dei vip si difese: “Da giorni Giletti attacca gli artisti che io rappresento. Gli ho mandato un sms: “Tu vai in tv per mettere a tacere la tua presunta omosessualità e parlare male dei colleghi”. Non mi ha risposto e quando l’ho incontrato mentre andava in chiesa, come tutti i farisei, gli ho detto questo in modo piuttosto adirato. Tutto qui. E avevo visto giusto: lui finisce sui giornali perché li chiama. Io so che gli uomini le cose se le risolvono tra loro, i quaqquaraquà se le risolvono in altra maniera“.
Questo il resoconto del quotidiano. Da una parte Giletti ha ottenuto giustizia dopo le terribili offese ricevute, dall’altra nella condanna del giudice c’è la conferma come certi personaggi televisivi che hanno in mano gran parte della tv, soprattutto Raiuno, abbiano comportamenti e atteggiamenti che sono stati riconosciuti lesivi in un tribunale. Il fatto si commenta da solo.

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