Dice che era un bell’uomo Franco, Franco Di Mare. Certo non un bellone come un Roberto Farnesi, fisso nella sua unica espressione, o un bonazzo borghese che pare americano come Giulio Berruti. Anche perché quelli sono attori di fiction, qualche volta ballano… Lui no, è l’uomo per tutte le stagioni, un moro curato e consapevole, capello e barba pari centimetri, la spalla della giacca montata ad arte, le scelte cromatiche azzeccatissime, la napoletanità che esce solo quando serve e con eleganza. Ci piace, eh, pure parecchio. Anche perché lui la fama se l’è costruita sul campo. Di battaglia. Perché, distratte da un nodo di cravatta perfetto e da un collo di camicia impeccabile, ci dimentichiamo che il nostro Franco è un giornalista, anche un signor giornalista. E che la Stella cui ha anche dedicato un libro, sua figlia, è proprio in guerra che l’ha trovata, nel mezzo di quella tragica vergogna per la nostra Europa che è stata la guerra nei Balcani. Chapeau. Valido professionista, uomo di charme, virilità comprovata. Mettici modi garbati, loquela adeguata, voce gradevole… un uomo da sposare.
LA SINDROME DA MAGNUM – Ma.. Che cosa scatta nella mente di questi 45/50enni italiani? Quelli che hanno fatto la gavetta, sono capaci professionalmente e anche credibili, quelli che non hanno – o forse non dovrebbero avere, sospetto … – bisogno di conferme? Gli scatta la sindrome da magnum, la posa plastica a favore di fotografi di passerella resa un cult da Ben Stiller nell’ormai leggendario Zoolander. Sempre in posa, sempre a favore di camera, sempre il profilo migliore, il fondotinta giusto, mai una sbavatura. Come a dire, ok che sono bravo ormai lo sapete. Mo’ voglio fare il fico, che gli altri sì e io no? Paura. Va bene il grande fratello, facebook, instagram, tutto, ma vi prego salvate Raiuno dalla deriva social-ista! Cavolo, non siete adolescenti in cerca di followers, siete professionisti adeguatamente pagati dalla rete ammiraglia, e dai. Mia zia Iolanda ti segue perché sei educato, Franco, perché parli bene, mica perché non buchi un’inquadratura. E mica sei Giurato, no.
ELISA ISOARDI – Potrei capire la Isoardi. Occhio verde assassino, ombreggiato da lunghe ciglia. Stacco di coscia da competizione – e infatti da miss Italia viene fuori. Accento piemontese garbatamente modulato e poi rimosso. Mica una da poco, voglio dire. Neanche arriva in tv che già alla Clerici, al tempo primipara attempata, prende una sincope. ‘Sta pischella con la faccia a punta mi ruba il pubblico e mi doppia lo share a casa mia? Nella mia cucina? Roba da togliere il buonumore anche al sorriso più dentuto d’Italia. Ormai non è più una bambina, la nostra va per i 32, ne sono passate di ondate da Miss Fragola… voglio dire, si è fatta le spalle grosse a forza di spintonare, Freccero ha definito lei “intoccabile” mica me. Ora a noi dei fidanzati e del gossip non ce ne importa niente per carità. Non è che stiamo a puntare il dito sulla compagnia, figuriamoci. Brava. Si è insediata nel 2010 sulla mattinata di Raiuno e non molla. Lascia la Prova del Cuoco e si prende Unomattina. Tra serate di gala e feste della pizza lei c’è.
Problema. Franco Di Mare è abituato ormai a fare un po’ il divo. E la Iso sempre a parlare di conti, preoccupata più della giusta inquadratura che di dare ai programmi quel quid, quel tocco che dà al volto televisivo l’allure della star. Insomma, signora mia, che noia. Questi sono rimasti ingabbiati in una tv vecchia stantia e ci vogliono convincere di essere il nuovo con due twittate e delle espressioni da sedicenni sul profilo di whatsapp. Ma ormai, basta chiacchiere. Chi vincerà a colpi di primi piani, si vedrà sul Campo. Dall’Orto.
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