Rai, Maurizio Costanzo progetta Domenica in per un target attempato

A condurre il programma in onda dal 27 settembre ci saranno Salvo Sottile e Parola Perego

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A ottant’anni le idee non mancano di certo a Maurizio Costanzo, che per la stagione televisiva autunnale si dividerà con il suo storico talk show su Retequattro a novembre (e chi lo molla..) e come capoprogetto della nuova Domenica in (coadiuvato da Luca Zanforlin) con Paola Perego e Salvo Sottile, che debutta il 27 settembre su RaiUno.

L’INTERVISTA – Nel corso di una sua intervista rilasciata a Repubblica.it ai primi di luglio affermava senza esitazione alcuna che lui non lavora in esclusiva per nessuno (e forse per questo fa un mucchio di soldi) se non per il suo pubblico. Un pubblico che per la tv generalista invecchia sempre di più, ma lui ha esperienza di questo target perché per 11 anni ha fatto Buona Domenica su Canale 5 e quindi conosce le abitudini degli italiani.

«Partiamo alle 16.30 (con Domenica in) e non possiamo iniziare con gli strilli, la gente ti odia, la domenica si appisola dopo mangiato. Faccio un discorso più di marketing che da autore, non puoi prescindere dall’osservazione della realtà».

IL PROGRAMMA – Poi chiariva che il programma domenicale da lui progettato va «contro una Barbara D’Urso che vende un tanto l’etto le emozioni», ma che gli risultava «turbata» per il suo arrivo in Rai. Fuor dalle senili penniche del pubblico che Costanzo immagina e che magari è già attivissimo sul web a discapito della sua opinioine, Maurizio per “arricchire” il programma domenicale intende pescare a piene mani dalle ricchissime Teche Rai. E annuncia che «ci sarà la cronaca con Salvo Sottile» ma verranno trattati anche «fatti di cronaca del passato. Per esempio certi scandali come quello che coinvolse Mina e Corrado Pani. E poi ci sarà spazio per cinque minuti di sport, con il commento di Giampiero Galeazzi».

NOVITÀ – Meno male perché temevamo che pescasse nelle teche qualcosa di più obsoleto come i casi Montesi e ancor prima Girolimoni, avvenuti quando la televisione non c’era ancora o quasi. Tuttavia ci sono nuovi acquisti fra i quali un giovane direttore d’orchestra che viene dal Festival di Sanremo e dirigerà una band. Al bando, invece, il talk show (era ora!) «I dibattiti sono da escludere. Non avrebbero senso» afferma Maurizio. Una scelta che tiene conto degli indici di ascolto dei quotidiani bla bla bla che inondano tutte le reti e le tv senza attizzare l’interesse popolare e ammosciando la partecipazione al voto.

Vecchia volpe della comunicazione Maurizio, lo ricordiamo affettuosamente pimpante direttore del quotidiano “L’occhio” ne 1979 che doveva divenire realizzare la sua antica vocazione pop. Una sorta di Daily Mirror inglese, tutto pop, gossip e cronaca ma allora non interpretò i gusti del pubblico e si rivelò un clamoroso e costoso flop. Morale, anche i grandi possono sbagliare e speriamo che non avvenga anche per la prossima edizione di Domenica in che di suo già scricchiolava. Colpa delle pastarelle e delle senili penniche.

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