Rai, Mediaset, La7: monsignor Charamsa e il circo mediatico

Il 43enne presbitero e teologo ha invaso le reti col suo coming out

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Una volta i preti in tv erano rari e apparivano per lo più come uomini di mezza età sagaci e al di sopra delle parti. Penso a Padre Brown che investigava interpretato da Renato Rascel. Poi Richard Chamberlain aveva dato corpo – prestante – al mitico Padre Ralph di “Uccelli di Rovo”, un titolo che è diventato una denominazione per le relazioni improprie sacerdote-parrocchiana. Poi di fatto, prima di arrivare a “Il Segreto” che tanti ascolti garantisce a Canale 5, il prete più famoso e longevo è Don Matteo. Ieratico e muscolare al tempo stesso, a parte l’improbabile chioma giallo paglierino, Terence Hill ha assicurato un seguito… fedele e duraturo alla fiction. Forse per quell’aria plastica e fondamentalmente asessuata che sfoggia sin dai tempi dell’abbinata con Bud Spencer. Insomma quando si parla di preti in tv, a questi pensiamo, oltre a Don Camillo alla milionesima replica o all’onnipresente Don Mazzi che col suo maglioncino dice la sua a qualsiasi riguardo in tutti i salotti televisivi di RaiUno. Oltre ai sacerdoti nei luoghi opportuni, ovvero “A Sua Immagine” su RaiUno, per esempio. Mai e poi mai potevamo immaginare l’uscita alla ribalta di una figura letteraria inaudita finora sui teleschermi: il prete gay.

CELIBATO E CIRCO MEDIATICO – Con il suo coming out, Krzysztof Charamsa si è assicurato una presenza nel circo mediatico pari solo ai migliori periodi della Lecciso o di Belen. Con la sua conferenza stampa intrisa di lacrime e buffetti con il quasi ventennale compagno, combinazione ha ottenuto spazio in tutte le trasmissioni tv, come ospite o col video della confessione – si potrà dire? Lungi da noi ogni tipo di valutazione morale o religiosa, ma la comparsata dalla D’Urso è stata il colpo d’ala su un piano di marketing che prevede l’uscita di un libro e… Dio sa che cos’altro. Il 43enne presbitero e teologo, autore fino a oggi di testi su San Tommaso e con un ruolo presso la Congregazione per la Dottrina della Fede, una vaga somiglianza con Bonolis – a proposito di tv – si concede anche il lusso di una battuta sul celibato. Da lui mai violato in quanto non è mai stato con una donna. E visto che lo stile è l’uomo, dovevamo aspettarcela la sortita dalla D’Urso, teatro della memorabile affermazione: Dio non ci ha creato difettosi. Nel frattempo decine di interviste sulla carta stampata e un fiorire di trasmissioni dedicate. Quando ho visto anche da Nadia Toffa a “Open Space” Gianluigi Nuzzi e l’immancabile Mario Adinolfi dibattere sul tema con tale ex don Mario dalle movenze femminee mi sono messa a urlare: basta, pietà, misericordia… CHISSENEFREGA!!! Non se ne può più.

LA HIT DI CROZZA – Per fortuna che a chiarirci tutti i fenomeni del nostro tempo c’è lui, più sicuro di Bruno Vespa, più didascalico di Piero Angela, ma sì: Maurizio Crozza. Con la hit “I gay in the church”, proposta con un duetto Papa Francesco-Elton John di grande impatto coreografico e dai testi particolarmente pregnanti. Ecco, Monsignor (ex?) Charamsa, lo guardi anche lei, capirá tante cose. E speriamo che in futuro certi punti (si)nodali siano affrontati nelle sedi deputate, magari lontano dai riflettori, ché di star tv in sottana dalla sessualità ostentata ce ne sono già una schiera…


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