Rai, più Caterina Balivo sale su più lo share va giù

Il flop di Monte Bianco a confronto con i risultati più che dignitosi di Severgnini

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Ma quant’è dura la salita, cantava Gianni Morandi. Alla fine però, uno su mille ce la fa. Il punto è che in salita o in discesa, Monte Bianco non ce la fa. Nonostante il battage, l’autopromozione sui social di Caterina Balivo, le chiappe al vento di Dayane Mello, il programma non sfonda. Occasione persa per RaiDue, che con Pechino Express si era ritagliata una fetta di pubblico snob ma amante del trash, quelli che commentano in salotto e sui social l’appuntamento settimanale e aveva varcato la soglia del 10%. Peccato, la “sfida verticale” diventa la sfiga verticale: ieri si ferma al 5,1% di share. Il che vuol dire un pareggio col programma europeista di Severgnini. Il canuto giornalista e saggista, tra pregiudizi e miti da sfatare sui nostri “amici” europei, con “L’erba dei vicini” tiene comunque alta l’attenzione. Tra John Sloane, il maestro d’inglese tv per eccellenza, che nega di aver mai visto un suo conterraneo inglese con la bombetta e un prof di letteratura inglese a Eton, Oxford – insospettabilmente italiano, la trasmissione in questa seconda puntata ha una conduzione più fluida. Tra una facezia a tema di Enrico Bertolino e le lezioni di giornalismo tv di Barbara Serra (Al Jazeera), offre comunque dei contenuti e lo spunto per una riflessione ai telespettatori. Niente di sconvolgente, ma almeno negli obiettivi, si cerca la qualità. Certo, è quello che ci si aspetta da una trasmissione nel prime time di RaiTre, mentre nessuno ha le stesse attese su un adventure show, dal quale ingenuamente ci si aspetterebbe del sano e spensierato divertimento. E allora, la domanda nasce spontanea: perché? Perché una collezionista seriale di flop continua ad essere premiata con conduzioni importanti? Programmi ad hoc e soprattutto prime time? Mentre ci arrovelliamo sulle risposte, attendiamo la prossima puntata dello show di Severgnini, nel quale il confronto sarà con la Francia. Facile lo scivolone sulla retorica: è l’occasione buona per vedere se l’aver imparato il mestiere con Montanelli  ha lasciato veramente il segno, e ci risparmierà patetismi alla Fazio.

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