Da Montanelli a Panariello: fenomenologia dei fiorentini sui media

Renzi, Conti, Panariello: ormai la tv parla toscano

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MALEDETTI TOSCANI. Gentaglia. Bestemmiano, dicono le parolacce, si sentono sempre e comunque superiori, litigano per ragioni di campanile con gente che sta a due chilometri. Terribili.

Poi questo aspirare le c e continuare a credere di parlare il vero italiano. Come quei ricchi imprenditori di Prato che, ignari delle regole della fonetica italiana, pretendevano di insegnarmi la dizione… altro che sciacquare i panni in Arno, questi hanno una prosopopea… e si credono depositari di tutto il bello e il giusto. Almeno, che siano autentici toscanacci. Ma l’adorato Ginettaccio, quel Bartali rimasto nella storia per la canzone di Paolo Conte più che per i successi da ciclista, é ormai una  una figurina del secolo scorso, nota ai giovani solo per la fiction con Pierfrancesco Favino. E Indro? Chi era costui? Per motivi generazionali ho assistito, inconsapevole, alle ultime propaggini di un mondo passato. Montanelli, giornalista e noto caratteriale, negli annali per aver fondato Il Giornale ed essere stato gambizzato dalle BR. Avevo letto il suo tomo sulla antica Grecia, i suoi divertissement a quattro mani con Roberto Gervaso. Mi ricordo pure del suo matrimonio con Colette Rosselli,  alias Donna Letizia, ma vallo tu a spiegare a uno nato con l’iPhone in mano… E Oriana Fallaci? se n’è parlato anche troppo in questi ultimi giorni. Che tempra, che personalità, che cattive maniere. Innegabilmente, dei toscani in generale e di Firenze e fiorentini in particolare ho sempre subito il fascino.

MALA TEMPORA CURRUNT – Quei bei personaggi arroganti non ci sono più, altro che “chiedi chi erano i Beatles”…La “c” aspirata però c’è ancora, Firenze resiste alle alluvioni e alle bombe della mafia e un paio di volte l’anno diventa pure capitale della moda. Ma mala tempora currunt. Non più esempi di sportività o di libertà intellettuale, bensì emblema di un modo di essere più che altro “ganzo”, i fiorentini impazzano su tutti i media. Altro che Manzoni e Firenze culla del Rinascimento. Ormai Renzi il Magnifico spadroneggia anche sulla fonetica e ha sdoganato in politica il fare svelto un po’ da bullo e la giacchetta attillata. Quindi, se accendi la televisione e uno con un’abbronzatura da bagnino comanda sul fine settimana riecheggiando vecchi successi, facendo imitare vecchi cantanti, presentando cantanti nuovi che cantano pezzi di stile vecchiotto su un vecchio palcoscenico – il tutto raddoppiando e aspirando consonanti, non puoi stupirti. E appresso a lui, o meglio dire intorno a lui, ecco tornare in auge facce e voci degli anni ’90 rigorosamente con accento fiorentino. Uno era sparito salvo apparizione pubblicitaria con una lentigginosa mezza spagnola mezza di FolloniHa. L’altro, travolto da un successo epocale, meglio da un ciclone, a forza di frequentare donne alte more e bellissime si era perso.

PALINSESTO ALLA FIORENTINA – Adesso però il più abbronzato di tutti, alias Carlo Conti, ha riportato in Rai i suoi compari di una volta. Ed eccoli di nuovo insieme… Leonardo Pieraccioni ad “allietare” l’ultima serata di Saremo Sanremo, ovvero Sanremo giovani venerdì 27, dopo essere stato episodicamente riesumato, da Fazio, per esempio. Giorgio Panariello torna in prime time invece da protagonista, con il suo “Panariello sotto l’albero“. Un momento d’oro per il comico fiorentino, che dopo un lungo periodo piuttosto buio, seguito al suo Sanremo, dal 2012 era praticamente sparito dalla circolazione. Poi proprio al Sanremo di Conti era tornato come ospite. Oggi impazza di nuovo in tv e al cinema: sul grande schermo ha un ruolo drammatico nell’ultimo film di Mimmo Calopresti, “Uno per tutti” in uscita il 26 novembre. Per febbraio-marzo 2016 aspettiamo il suo esordio su Canale 5 con “Tutti insieme all’improvviso“, una fiction leggera, per famiglie, con Lorenza Indovina, Lucia Ocone e Marco Marzocca, per la regia di Francesco Pavolini. Nella storia Panariello è un veterinario che vive in Africa ed è costretto a tornare a Roma per la morte improvvisa del fratello. Ma parliamo di RaiUno. Dopo 15 anni da “Torno sabato” e 20 anni dal primo “Panariello sotto l’albero” teatrale eccolo in prima serata con un one-man-show che già propone in giro per l’Italia. Ad affiancarlo Tosca D’Aquino, che già nel 2000 era con lui al sabato sera e che all’altro fiorentino Pieraccioni deve la grande fama. Allora lo aspettiamo, augurandogli di ripetere quegli share bulgari di allora, quei bei 40% che ormai RaiUno fa in due serate…

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