A conti fatti: chiuderlo non risolleverà il fallimento della gestione Leone

In questi tre anni di regno di Raiuno non ha brillato affatto. Nel computo totale ha perso punti quasi dappertutto rispetto all’anno precedente

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“Un giorno tutto questo sarà tuo”. Cosi disse il vecchio leone al giovane e gli disse anche “essere Re vuol dire molto più che fare ciò che vuoi”. È questa la parte che deve essergli sfuggita. Perché diciamoci la verità, in questi tre anni di regno il “Leone” di Raiuno non ha brillato affatto. La fiction ha portato dei risultati ma anche lì con alti e bassi. Nel computo totale ha perso punti quasi dappertutto  rispetto all’anno precedente e non è certo per una fuga della platea sul satellite. La crisi avrebbe dovuto segnare il trionfo della tv generalista free e invece l’emorragia è costante e se non fosse che Mediaset vive una crisi ancora più profonda sarebbe davvero da intonare la marcia funebre.

Il nuovo DG/AD, che più che un manager sembra la sigla della corrente continua e alternata, in attesa che giunga la legittimità dei suoi super poteri esercita la sua funzione principalmente rilasciando interviste nelle quali tratteggia la sua visione della Rai che verrà parlando di grandi cambiamenti, di una presunta volontà di riappropriarsi di target ormai perduti da tempo (quello dei giovani), di qualità, di innovazione, addirittura di una “Pay per Rai”, smentendosi poco dopo per evitare di perdere il canone, rimarrà (o forse è già rimasto) molto deluso dalla bozza di palinsesto che gli capiterà tra le mani. Rimanendo in tema di felini sembra che il DG/AD proponga, citando il Gattopardo, l’ennesima versione di: “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”, Leone invece lo supera in fantasia e non cambia nulla se non due cose.

A conti fatti, il programma condotto da Elisa Isoardi, il prossimo anno non ci sarà, o, almeno, per adesso non occupa la sua casella e così anche, lo avevamo già anticipato, l’anteprima de “La vita in diretta”.  Quindi, per Leone, tutto il resto va bene così. Va bene Unomattina che nel triennio ha perso almeno 2 punti, va bene Verdetto finale che non schioda dal suo 12-13% scarso di media a fronte di una produzione esterna che costerà all’azienda tanto oro quanto pesa ogni punticino di quello share. Vanno bene le fallimentari prime serate affidate a Paola “Frozen” Perego, una conduttrice talmente di successo da farle meritare la conduzione di Domenica In per il secondo anno consecutivo vista la memorabile performance dello scorso anno. E vogliamo parlare di Antonellina Clerici? L’artista più pagata dell’azienda mostra il fiato corto nel quotidiano e in prima serata, con ospiti da capogiro porta a casa ascolti mediocri rispetto alla concorrenza. Uniche eccezioni, le produzioni del “diversamente bianco” Carlo Conti con i suoi diamanti “Tale e Quale show” e “Sanremo”: un po’ poco per non esprimere un giudizio pesante come una pietra tombale. E a fronte di uno scenario da film catastrofico il giovane Leone dell’etere, pardon, del Multiplex televisivo, che fa? Cancella due programmini che vanno certamente male ma la cui sostituzione non risolleverà certo l’immagine scialba di un triennio che verrà trascritto nella storia della tv ma di certo non celebrato.

Ma ritorniamo ai due leoni e al loro dialogo che finisce così: “Tutto ciò che vedi coesiste grazie ad un delicato equilibrio. Come Re, devi capire questo equilibrio e rispettare tutte le creature”. Le scelte del nostro giovane Leone sembrano invece dettate da simpatie e antipatie fin troppo chiare e questo non è in linea con la storia di chi è cresciuto a Montecitorio all’ombra di quello scudo crociato che faceva dell’equilibrio la sua stessa essenza.

 

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