Rai Uno, la Prova del Cuoco resiste: aumentano sponsor e ricavi. Alla Isoardi nessun “regalo” rispetto alla Clerici

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Ogni tanto verrebbe voglia di fare chiarezza. Ci sono le chiacchiere e c’è la verità e la verità è tale solo quando è supportata da dati certi. Stiamo parlando della tanto dibattuta Prova del Cuoco. Da settembre si sente parlare di ascolti in calo rispetto allo scorso anno, ma dando per assunto che il sistema auditel sia affidabile, ci sono alcune “verità” che non sono ancora state dette.

Antonella Clerici l’anno scorso aveva una fortuna: “Buono a Sapersi”, il programma che precedeva la Prova del Cuoco chiudeva con ascolti che toccavano il 17% di share. Un gran regalo che raramente è riuscita a far fruttare, scendendo ogni puntata di almeno uno o due punti. Il fatto che la conduttrice di quel programma che tanto portava in dono all’Antonellina  fosse la Isoardi, è solo un dettaglio.

Vediamo invece cosa succede quest’anno: non ci sono regali per la Isoardi perché il programma che la precede la lascia a uno scarso 12% e un’operazione di risollevamento è pressoché disperata. Eppure Elisa Isoardi resiste e ha quello zoccolo duro di un milione e mezzo di telespettatori che è sempre con lei e, anche se con movimento lento, continua a crescere. Sarebbe strano il contrario visto che sono ben 50 i cuochi che si alternano agli esperti di prodotto e in questi giorni si festeggiano le 1000 ricette preparate in diretta, ben dieci al giorno. Un numero esorbitante per un programma di cooking show.

Di tutto ciò, invece dell’auditel, sembrano essersene accorti sponsor e investitori visto che la  copertura pubblicitaria è in costante aumento e si conta un’interruzione di più rispetto allo scorso anno.
Ecco infatti un dato di cui nessuno parla e che invece bisognerebbe tenere in considerazione. A fronte di un aumento qualitativo e a mezz’ora in più di programma, quanto costa in più la prova del Cuoco della Isoardi rispetto a quella della Clerici?

La risposta è semplice. Nulla. Anzi. Abbiamo già visto che i ricavi sono più alti, ma i costi sono, incredibilmente più bassi. Lo studio è molto più piccolo, il pubblico in studio molto meno numeroso (e questo comporta un risparmio significativo) senza voler parlare della abissale differenza di cachet delle due conduttrici.

E dopo tutti questi dati, questi numeri, queste percentuali, la domanda sorge spontanea: perché nessuno da Viale Mazzini si muove per correre in soccorso (almeno mediatico) della Prova del Cuoco? Il programma costa meno, guadagna di più e funziona. Verrebbe quasi da pensare che ci sia un complotto, un accanimento per questioni che poco hanno a che fare con il programma, ma si sa, a pensar male si fa peccato….

Lucignolo