Rete 4, il nuovo che delude. Ma non è solo questione di share. Greco silurato e fatto fuori: ecco perchè

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Greco fu strappato pochi mesi fa alla Rai per rimpannucciare Rete 4 e farne una Rete più competitiva nei confronti dei talk show di La7. Questo, almeno, fu quel che ci sembrò di capire dell’operazione che veniva in qualche modo ad increspare  la immobile predestinazione delle Reti del Duopolio: Rai 1 al popolo basso, Rai 2 non si sa bene a chi, Rai 3 a quelli di sinistra, Canale 5 a quelli che col buono Groupon vanno in viaggio di nozze a Sharm el Sheyk, Italia 1 ai gabibbi, Rete 4 alle mummie.

La novità non era da poco, e postulava una sorta di distanziamento dai temi (devozione e immigrazione) che per anni Paolo del Debbio aveva innaffiato col suo Quinta Colonna. Una diversa linea editoriale, una diversa identità per la Rete che era stata di Emilio Fede. E non si trattava – pensavamo – solo di politica. Il punto cruciale era che nel panorama politico rivoluzionato dal 4 marzo, la Rai giallo-verde non garantiva la complementarietà duopolistica sulla quale per trentacinque anni Mediaset ha basato conti e fortune. Insomma, era come se, giunti al 2019  i Berlusconi si fossero rassegnati – molto obtorto collo – a stare sulle proprie gambe anziché appoggiati alla spalla della Rai, e per questo stessero cercando di spietrificare l’assetto editoriale di Mediaset, a partire dall’anello più debole.

Ci eravamo, come al solito illusi, perché ora si apprende che di Greco ad Arcore ne hanno già abbastanza, che Del Debbio tornerà in forze, che Giordano salirà su un trespolo più elevato. Insomma, si torna all’antico perché il nuovo, dicono alcuni articolisti biscioni, sarebbe deludente quanto ad ascolti.

Eppure risulta il contrario, perché confrontando gli esiti di questo 2019 rispetto al 2018 appare che la nuova Rete 4 nella essenziale fascia serale (20.30-23) ha guadagnato più di mezzo punto di share (da 4% a 4,6%) e, particolare notevole, ha anche aumentato il numero degli spettatori mentre tutti gli altri, tranne Rai 2 e la 7 ne perdevano a rotta di collo a causa del restringimento della platea della tv generalista (causato in primo luogo dal deflusso dei più giovani).

Siccome i conti non tornano siamo costretti a immaginare che altre ragioni abbiano indotto Piersilvio a disfarsi del Greco. E qui le ipotesi, volendoci giocare, sarebbero due e opposte. La prima è che Salvini minacciando, dalla postazione Rai, di fargli franare il Duopolio, abbia costretto Piersilvio a battere in ritirata e a ridargli i suoi campioni di nazional sovranismo. La seconda è invece che Silvio, annusando aria di elezioni (politiche) voglia utilizzare i suddetti campioni (cui paga comunque lo stipendio) per fare il sovranista in proprio contendendone a Salvini il bottino elettorale.
Oppure, semplicemente, a Cologno Monzese impera il casino. Fate voi.
Stefano Balassone