Partita la missione europea ExoMars, intervento che porta l’Europa su Marte a caccia di vita: il razzo Proton che trasporta la sonda e il modulo di atterraggio è stato lanciato dalla base russa di Baikonur (Kazakhstan). E’ iniziata così una missione unica organizzata dalle agenzie spaziali di Europa (Esa) e Russia (Roscosmos), e alla quale l’Italia partecipa con Agenzia Spaziale Italia (Asi) e con l’industria, rappresentata da gruppo Finmeccanica e Thales Alenia Space Italia.
MISSIONE EXOMARS
L’Italia «contribuisce in tanti modi a questa missione, anche attraverso il supporto di Terra per le misure di telemetria fatte dalla nostra base di Malindi. Il segnale permette di controllare le fasi finali prima di partire nel grande spazio profondo verso Marte», ha osservato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Roberto Battiston, che ha seguito questa fase cruciale della missione nel centro di controllo dell’agenzia spaziale Roscosmos a Mosca. Missioni come questa «si possono ottenere soltanto grazie alla collaborazione internazionale», ha osservato riferendosi a ExoMars, nata dall’accordo fra Agenzia Spaziale Europea (Esa) e agenzia spaziale russa Roscosmos. «Fa riflettere – ha aggiunto – il fatto che lo spazio sia un elemento unificante in un momento storico nel quale l’Europea è alle prese con temi come quello dell’immigrazione e la Russia con la questione ucraina».
Soddisfatti il direttore generale dell’Esa, Jan Woerner, per il quale la collaborazione internazionale è essenziale in missioni della portata di ExoMars, e il capo della Roscosmos, Igor Komarov, che vede in ExoMars una missione straordinaria, alla quale si augura possano seguirne altre. Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e l’ultimo dei pianeti di tipo terrestre dopo Mercurio, Venere e la Terra. Viene chiamato il Pianeta rosso a causa del suo colore caratteristico dovuto alle grandi quantità di ossido di ferro che lo ricoprono.
Pur presentando un’atmosfera molto rarefatta e temperature medie superficiali piuttosto basse (tra −140 °C e 20 °C), il pianeta è il più simile alla Terra tra quelli del sistema solare. Nonostante le sue dimensioni siano intermedie fra quelle del nostro pianeta e della Luna (il raggio equatoriale è di 3397 km, circa la metà di quello della Terra e la massa poco più di un decimo), presenta inclinazione dell’asse di rotazione e durata del giorno simili a quelle terrestri. Inoltre, la sua superficie presenta formazioni vulcaniche, valli, calotte polari e deserti sabbiosi, oltre a formazioni geologiche che suggeriscono la presenza, in un lontano passato, di un’idrosfera. Tuttavia, la superficie del pianeta appare fortemente craterizzata a causa della quasi totale assenza di agenti erosivi (soprattutto attività geologica, atmosferica e idrosferica) in grado di modellare le strutture tettoniche. Infine, la bassissima densità dell’atmosfera non è in grado di consumare buona parte delle meteoriti, che quindi raggiungono il suolo con maggior frequenza che non sulla Terra.
MARTE
Marte presenta delle variazioni di colore, imputate inizialmente alla presenza di vegetazione stagionale, che al variare dei periodi dell’anno cambiava di colore. Tuttavia, le osservazioni spettroscopiche dell’atmosfera avevano da tempo fatto abbandonare l’ipotesi che vi potessero essere mari, canali e fiumi oppure un’atmosfera sufficientemente densa. Il colpo di grazia a questa ipotesi fu dato dalla missione Mariner 4 che nel 1965 mostrò un pianeta desertico e arido, caratterizzato da tempeste di sabbia periodiche e particolarmente violente. La speranza che Marte possa accogliere la vita è tuttavia stata ripresa in considerazione da quando il modulo Phoenix Mars Lander ha scoperto acqua sotto forma di ghiaccio, il 31 luglio 2008.
Attorno a Marte orbitano due satelliti naturali, Fobos e Deimos, di piccole dimensioni e dalla forma irregolare, probabilmente due asteroidi catturati dal suo campo gravitazionale. Marte ha anche alcuni asteroidi troiani, tra cui 5261 Eureka.
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