Addio a Ettore Scola, maestro del cinema italiano

Camera ardente a piazzale del Verano dalle ore 11

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Se n’è andato all’età di 84 anni il maestro della commedia italiana Ettore Scola. Grande protagonista del cinema del Novecento, regista di memorabili pellicole come “C’eravamo tanti amati”, “Una giornata particolare” e “Brutti, sporchi e cattivi”, Scola è morto ieri, martedì 19 dicembre, nel reparto di cardiochirurgia del Policlinico di Roma. Era malato da tempo e domenica scorsa era entrato in coma. La camera ardente sarà allestita questa mattina, dalle 11, al Policlinico Umberto I di Roma, in piazzale del Verano 38.

C’ERAVAMO TANTI AMATI – Sguardo sensibile e brillante, Scola aveva realizzato autentici capolavori tratteggiando i caratteri italiani più tipici, non nascondendo meschinità o brutture, ma senza esprimere condanne. Tra i suoi film più noti, l’indimenticabile “C’eravamo tanto amati”. Era il 1974 quando Scola portò sullo schermo Vittorio Gassman e Nino Manfredi, nei panni di due partigiani finiti su strade lontane e inconciliabili. Forse non compiutamente felici ma uniti dalla malinconia del non conoscersi mai abbastanza. Fu un trionfo. Incassò 3,5 miliardi di lire, vinse tre Nastri d’argento, due Globi d’oro, due Grolle d’oro e un Premio César. E rimase nell’immaginario collettivo dell’intero Paese.

UNA GIORNATA PARTICOLARE – L’anno successivo, il 1977, realizzò “Una giornata particolare”. Golden globe come miglior film straniero e due nomination agli Oscar (miglior film straniero e miglior attore protagonista). Una storia che scavava a fondo negli anni dell’Italia delle camicie nere, scoperta attraverso l’intimità domestica di una moglie fascista, una bravissima Sophia Loren, dimessa in vestaglietta da casa e calze bucate, sempre bellissima, e di un intellettuale omosessuale vicino di casa, un raffinato e triste Marcello Mastroianni. Prossimo a partire per il confino, lui è l’unico che legge nell’animo stanco della donna, prigioniera della casa e dei numerosi figli, oltre che di un marito in camicia nera, impiegato statale parassita e nullafacente che diserta il posto di lavoro per andare al bordello, ma pontifica sull’integrità di valori dell’Italia fascista. Il film è ambientato nel giorno della visita a Roma di Adolf Hitler: i megafoni e il clamore della folla fanno da continuo sottofondo agli scambi di vedute di due personaggi apparentemente inconciliabili, che superano le loro diversità e si avvicinano, ma sono definitivamente allontanati dal destino dell’epoca. Lei di nuovo a rammendar calze e a leggere libri di nascosto, sospirando, lui portato via dai fascisti.

LA CARRIERA – Ettore Scola, nella sua lunga carriera, ha vinto sei David di Donatello e ha ricevuto quattro nomination all’ Oscar per il miglior film straniero: nel 1977 per Una giornata particolare, appunto, nel 1978 per I nuovi mostri, nel 1983 per Ballando ballando e nel 1987 per La famiglia. Il suo ultimo film-documentario è del 2013. Scritto con le figlie Paola e Silvia, si tratta di “Che strano chiamarsi Federico”, dedicato a un altro grande maestro del cinema italiano: Federico Fellini.

I MESSAGGI DI CORDOGLIO – Hanno voluto ricordare il grande regista appena scomparso anche il premier Matteo Renzi e il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. “Ettore Scola, maestro dalla incredibile capacità di lettura dell’Italia e dei suoi cambiamenti, lascia un enorme vuoto nella cultura italiana”, ha scritto il presidente del consiglio su twitter. “Ci ha lasciato Ettore Scola. Un grande maestro, un uomo straordinario, giovane sino all’ultimo giorno della sua vita”, ha scritto invece Franceschini. Ma la notizia della sua morte ha anche aperto questa mattina tutti i notiziari delle radio e delle tv francesi, che amavano profondamente il regista e lo hanno ricordato con emozione. “Ettore Scola, maestro del grottesco e dei rimpianti” ha titolato il sito online di Le Monde, che ha dedicato alla morte del regista la sua notizia di apertura.

 

(Foto Dire)

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