Ricevendo ieri mattina in Campidoglio Silvio Berlusconi per presentare la riforma di Roma Capitale, Alemanno ha indicato i motivi per cui il progetto è ormai realtà di fatto, anche perchè ormai esiste una legge di riforma \’condivisa\’ anche dall\’opposizione con l\’astensione del PD alla Camera. Tuttavia l\’assenza di Marrazzo all\’evento è stata notata, e non sono mancate le domande dei cronisti cui Alemanno ha così risposto: “Credo che si sia espresso in modo netto Smedile (consigliere del PD), che ha parlato per tutta l’opposizione (quando ha affermato) ‘è una riforma importante e condivisa’". Il sindaco di Roma ha parlato dell\’approvazione dei decreti legislativi che attuano la riforma. L’iter può prevedere, ha ricordato Alemanno, “anche soli tre mesi per i decreti legislativi, massimo sei, perché devono passare per le due ali del Parlamento ed essere approvati dal governo dopo il parere delle commissioni”. E poi è importante il fatto, ha aggiunto, "di portare il patrimonio e le risorse necessarie per fare in modo che questi poteri siano concreti e in grado di portare avanti lo sviluppo della città”. Il sindaco ha anche indicato la necessità di “concentrare in questa aula (quella del Consiglio Comunale, dove si è tenuta la presentazione) i poteri di decisione su una serie di tematiche importantissime per evitare la navetta tra Roma, Provincia, Stato e poi tornare daccapo. Tutti tempi morti che hanno bloccato tante cose, anche elementari come il piano casa”. Infine, Alemanno ha parlato dei confini: “Noi partiamo dal Comune di Roma, perché abbinare l’attuazione della riforma di Roma Capitale all’area metropolitana significherebbe avere ritardi e rischi di depotenziamento dei poteri su Roma Capitale". Ed ha aggiunto “ho detto con chiarezza che faremo di tutto perché dentro Roma Capitale ci sia anche l’area metropolitana. È un impegno che ho preso con Zingaretti. La legge è chiarissima: prima si attuano i poteri su Roma Capitale e poi sull’area metropolitana”. Il sindaco infine non ha chiuso la porta ad altre soluzioni per il futuro: “Quando saremo in condizione di fare una legge di riforma costituzionale, potremmo anche pensare al Lazio come una Regione a statuto speciale, come vuole il presidente Marrazzo. Però sono tutti passaggi successivi, perché oggi abbiamo una legge. In tre mesi, con i decreti legislativi, possiamo avere i poteri di Roma Capitale. Perciò – ha concluso – dobbiamo operare gradualmente ma con rapidità”. Insomma prima si faccia Roma Capitale e poi si persegua l\’obiettivo dell\’area vasta (città metropolitana). Ma evidentemente, e l\’assenza di Marrazzo parrebbe confermarlo, le posizioni non sono univoche. Infatti per il vice sindaco capitolino Cutrufo l\’area vasta della Capitale \’\’non e\’ la Provincia di Roma, ma la Regione\’\’. Dopo aver elencato le cifre dell\’estensione territoriale della capitale, ha sottolineato che con la riforma e\’ stato fatto \’\’qualcosa che riconosce la diversita\’. I poteri dati a Roma nel limite dei vincoli costituzionali sono poteri di governo che renderanno la giunta capace di controllare il territorio della Capitale\’\’. Certo Cutrufo non è Alemanno, ma il tono del suo intervento non è affatto piaciuto al presidente della Provincia Nicola Zingaretti che ha immediatamente giudicato l\’intervento di Cutrufo \’l\’unica nota stonata\’, un \’comiziaccio\’ di chi pare non aver letto "il testo che il suo governo ha approvato". Ed ha aggiunto, Zingaretti: "a parte questa nota stonata insignificante mi pare sia stata una bella giornata\’. La riforma e\’ una buona opportunita\’ – ha chiarito – nella quale si e\’ riconosciuto uno sforzo comune della citta\’ e dell\’impegno parlamentare. Questa e\’ una delle pochissime leggi votate con l\’astensione delle opposizioni al Parlamento\’\’. Sulla linea di Zingaretti parrebbe schierato tutto il PD. Anzi qualcuno come Carlo Lucherini, vicepresidente del Consiglio regionale e segretario provinciale del Partito democratico preme perchè «la Città Metropolitana si realizzi in tempi brevi». Ma Lucherini è anche dell\’avviso che occorre correggere un’impostazione che tende a dividere Roma dalla sua provincia. Questo significa "puntare ad un ente che governi servizi di area vasta come i trasporti, la mobilità, le politiche ambientali. I cittadini della provincia di Roma infatti sono oramai quasi due milioni e molti di loro lavorano o studiano nella Capitale. Sarebbe sbagliato non tener conto di questo".
G.L.