I bicchieri, rigorosamente di plastica, li hanno levati in cielo a mezzanotte inoltrata, per un brindisi simbolico e sarcastico contro un’ordinanza, l’antialcol, che non hanno ancora digerito. In realtà sabato i ragazzi del ‘Movimento Cinque Birre’, fautori del sit in assieme ai circa un centinaio di loro seguaci contattati tramite facebook, le scale che portano a piazza del Campidoglio le avevano salite già un’ora prima, per l’esattezza da cinquantanove minuti. Si erano infatti dati appuntamento sotto la statua del Marc’Aurelio proprio allo scoccare del provvedimento, alle 23:01, per dimostrare che il cosiddetto “popolo della notte” «non è come lo descrivono i giornali e non solo come lo vorrebbe il sindaco». Una protesta pacifica – scandita dal coro “Alemanno portaci da bere” – e dal sapore squisitamente goliardico, come proprio la scelta dell’orario e del luogo dell’incontro ha voluto sottolineare sin dapprincipio. D’altronde gli organizzatori se l’erano studiato bene il “documento della discordia”.
E a sentir loro, piazza del Campidoglio sarebbe diventata di fatto l’unico posto del centro dove è ancora possibile bere alcolici all’aria aperta, non essendo stata inserita nella lista delle “red zone” della movida romana indicate nell’ordinanza. Così, armati di adesivi raffiguranti il disegno del pavimento della piazza con al centro un bicchiere di plastica, hanno dato vita all’insolito flash mob tra il silenzio generale e lo stupore di qualche sparuto turista rimasto nei paragi. «Ci siamo riuniti sotto l'ufficio del sindaco – ha spiegato Francesco – nel pieno rispetto delle regole, per far vedere una volta per tutte quali sono i pericolosi soggetti violenti che girano e si ubriacano la sera a Roma». «La nostra non è una difesa a priori dell'industria della notte nè tantomeno una sfida alle autorità, ma solo un goliardico gesto di affermazione dei propri diritti» ha poi aggiunto Riccardo, che insieme agli altri si è dato appuntamento per un'altra iniziativa analoga a settembre, «prima della fine del'ordinanza e sperando di essere ancora di più».
Francesco Gabriele