Italiani popolo di poeti, santi navigatori e… di artisti del riciclo dei doni. A dirlo è un sondaggio on line condotto dal sito di annunci Vivastreet.it, su un campione di più di 6.000 utenti. Ben il 64% degli intervistati, infatti, afferma di aver venduto regali non graditi negli ultimi 5 anni contro il 45.4% degli inglesi e il 27% dei francesi.
Oggetti per la casa, soprammobili, lampade, vassoi, quadri, cornici sono stati i regali meno graditi del Natale 2011. Poco apprezzati i capi di abbigliamento, per il 28.6% degli intervistati, prodotti per la cura di sè come profumi, creme, saponi profumati e cosmetici (11.7%) e strenne sgradite anche le specialità enogastronomiche (6.6%). Ma cosa fare dei doni non graditi? La maggior parte degli intervistati (52.7%) propende per dar loro una nuova vita, alcuni preferiscono donarli in beneficenza (26.5%) altri invece scelgono di venderli online (19.2%) o in un mercatino (7%). Più conservativo invece l'approccio del 47.4% degli italiani che decide di mettere da parte e semplicemente dimenticarsi dei doni sbagliati. Solo una minima percentuale (5.3%) sceglie di buttarli via.
Il re-gifting è comunque una scelta legata anche a una logica economica, quello del riciclo dei doni è infatti un vero business se si considera che il valore delle strenne non apprezzate si aggira in Italia intorno agli 800 milioni di euro e che il costo medio di un regalo non gradito è di circa 60 euro. Scegliere di riciclare i doni rivendendoli ha i suoi vantaggi. Gli intervistati hanno affermato di aver ricavato in media ben 130 euro dalla vendita dei regali. L'identikit del riciclatore professionista di doni è un uomo, vive in Lombardia è ha tra i 35 e i 44 anni. Tra le regioni con il tasso più alto di riciclatori di doni anche il Lazio, la Campania e il Piemonte.